Serve un miliardo al mese
Caro benzina, il governo pensa alla retromarcia sul taglio delle accise: Meloni e soci preoccupati dai consensi
Un miliardo al mese per non interrompere la luna di miele con l’elettorato. È il costo stimato per intervenire nuovamente sul taglio delle accise sui carburanti, misura che il governo guidato da Giorgia Meloni ha cancellato dal primo gennaio 2023 per dirottare quei soldi su altre misure care alla maggioranza.
Il campanello d’allarme per presidente del Consiglio e soci, in particolare Matteo Salvini, che assieme a Meloni è storicamente il leader che più di tutti si è scagliato contro le accise, salvo poi cancellarne il taglio una volta ritornato nel ‘Palazzo’, è già arrivato dai sondaggi.
Secondo le rilevazioni di Fabrizio Masia per Agorà del 9 gennaio, il 50% degli italiani non condivide la decisione dell’esecutivo di azzerare il taglio delle accise sui carburanti. Lo spiega anche la sondaggista Alessandra Ghisleri: “Sulle accise si chiedono ‘ci hanno sempre detto che andavano tolte, perché le hanno aggiunte?’”.
I sondaggi di #agorarai: la fiducia nei leader, le intenzioni di voto, le decisioni del governo sulle accise sui carburanti e i rincari nei rilievi di Fabrizio Masia #agorara #9gennaio pic.twitter.com/I8iRJkIJXS
— Agorà (@agorarai) January 9, 2023
Una mossa che ha avuto ovviamente un immediato effetto presso le stazioni di rifornimento: addio alla sforbiciata da 25 centesimi di euro al litro consentita dal provvedimento preso dall’ex governo a guida Mario Draghi.
Il punto è, come sempre, tutto politico. In gioco c’è il consenso dell’esecutivo e dei partiti di maggioranza a un mese dal voto del 12 e 13 febbraio per le elezioni regionali in Lazio e Lombardia, due appuntamenti cruciali per Giorgia Meloni per mantenere il controllo del ‘Pirellone’ e sottrarre al centrosinistra il Lazio.
Non è dunque un caso se il primo ad evocare nella maggioranza un “intervento” per ritornare ad un taglio delle accise sia stato Matteo Salvini, sempre sensibile all’umore dell’opinione pubblica. Da ministro delle Infrastrutture ma soprattutto da vicepremier, Salvini ha sottolineato che si dovrà valutare “se ci sono i denari per intervenire”.
Eppure dalla stessa maggioranza si tira il frena a mano. “Non è in discussione la reintroduzione di uno sconto sul carburante”, spiega Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario a Palazzo Chigi e consigliere fidato della Meloni. Anche perché “è una fake news che ci sia la benzina a 2,5 euro. Io faccio ogni giorno l’autostrada perché sono un pendolare e la benzina è 1,8 euro”.
Anche perché la ‘coperta economica’ è cortissima. I soldi che Draghi aveva usato per tagliare le accise, spiegano al ministero dell’Economia, sono stati destinati in manovra a “misure più mirate ad aiutare i più deboli” e trovare un miliardo di euro al mese per rifinanziare il taglio delle accise appare al momento come una montagna non scalabile.
Se dal punto di vista economico un intervento appare complicato, l’esecutivo punta però a mostrarsi ‘interventista’ sul tema del caro carburanti. Nel Consiglio dei ministri che si terrà la prossima settimana il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso dovrebbe portare un decreto su Mister Prezzi, la figura creata nel 2007 dall’allora governo Prodi per sorvegliare le tariffe.
L’obiettivo non è solo quello di cambiargli il nome, ma anche di affidargli più poteri: il nuovo Mister Prezzi avrà a disposizione un personale rafforzato, oggi può contare su una sparuta pattuglia di dieci persone, scrive Repubblica, mentre i suoi poteri saranno aumentati. Il nuovo garante potrà infatti mobilitare la Guardia di Finanza perché controlli al meglio i prezzi.
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