Le presunte speculazioni sotto la lente di pm e Finanza
Caro benzina, scattano le indagini sul salasso carburanti: Salvini attacca i “furbi”
Scattano le indagini sul caro carburanti, il salasso sulla benzina e sul diesel che grava sugli italiani e che agita il governo. Gli sconti sulle accise sono caduti lo scorso 31 dicembre. E i prezzi sono tornati a schizzare: diesel e benzina di 18,3 centesimi in più, quindi intorno a quota due euro al litro. Sul rincaro si ragiona a Palazzo Chigi, il governo pensa a contromisure: per il vice primo ministro e ministro ai Trasporti Matteo Salvini attacca c’è chi sta facendo il furbo. Il caro carburanti entrerà nel prossimo Consiglio dei ministri, che si terrà tra qualche giorno.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo, le indagini sono della Guardia di Finanza allertata dal ministero dell’Economia a dicembre. Sul pezzo anche il Garante per la Sorveglianza dei Prezzi, il cosiddetto “Mister Prezzi”. Secondo la Finanza i rincari sarebbero più alti in autostrada. Stando a Repubblica è improbabile un nuovo taglio alle accise che è costerebbe circa un miliardo di euro al mese. Il governo Draghi finanziava la misura con l’extra gettito dovuto agli aumenti dei prezzi dei carburanti che da settembre scorso, con la nota di aggiornamento al Def, è diventato incasso ordinario e non più maggiore entrata per i conti pubblici. E quindi non più utilizzabile per finanziare gli sconti.
“Sulle accise parleremo con il Presidente del Consiglio – ha dichiarato Salvini citato dal Corriere della Sera – Sicuramente c’è della speculazione in corso sui prezzi della benzina ed è bene che la Finanza faccia controlli, non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,7 euro e altri a 2,4. Evidentemente c’è qualcuno che fa il furbo. Porterò il ragionamento a livello di governo”. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti già prima di Natale aveva invitato i principali operatori del settore a evitare ritocchi ingiustificati dei prezzi.
Respinge le accuse di speculazione Assopetroli-Assoenergia. A garantire sull’onesta dei 22mila benzinai italiani Bruno Bearzi, presidente della Figisc-Concommercio. “Il gestore guadagna 3,5 centesimi sul self service e 5 centesimi sul servito. Questi sono i margini che ha sul prezzo di listino imposto dalla compagnia”. Per Bearzi i margini così ridotti non consentono la speculazione e gli aumenti sono soltanto conseguenza della decisione del governo di cancellare lo sconto di 25 centesimi sul litro.
Codacons – che nei giorni scorsi ha presentato denunce presso 104 procure italiane – propone di estendere l’applicazione della legge 231 del 2005 che vieta aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio, Consumerismo avanza la reintroduzione degli sgravi per mezzi da lavori, auto di piccola cilindrata e redditi sotto i 50mila euro all’anno, Assoutenti invoca la riduzione automatica della tassazione al crescere dei prezzi industriali dei carburanti.
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