Benzina a San Marino. Nei primi giorni del 2023 il microstato che si trova al confine con l’Emilia-Romagna è protagonista grazie ai prezzi umani del carburante. Se in Italia l’aumento della benzina e del gasolio, dal primo gennaio, è tornato a livelli preoccupanti, superiori  a 1,8 euro/litro (il servito sfiora addirittura i 2 euro al litro), nella piccola Repubblica, dove il prezzo arriva a un massimo di 1,5 euro/litro, si arriva a risparmiare dai 15 ai 20 euro per un pieno.

Complice il taglio delle accise non riconfermato dal Governo Meloni che ha ulteriormente ampliato il divario tra Italia e San Marino, facendo salire il costo del carburante di almeno venti centesimi. E così è partito l’esodo di numerosi cittadini italiani, tra residenti romagnoli ed autotrasportatori, che in questi giorni sono in fila nelle aree di servizio del territorio ‘straniero’ per il pieno.

“Per il momento – dicono dalla Full Service al Corriere Romagna – il lavoro è stato normale, probabilmente perché la maggior parte delle persone, consapevole degli aumenti in arrivo, ha fatto il pieno nel fine settimana. Tuttavia, nei prossimi giorni ci aspettiamo di vedere un aumento rilevante”.

Un aumento quello della benzina che continua a creare disagi alle famiglie italiane che devono già fare i conti con i rincari spropositati delle bollette del gas che a dicembre hanno fatto registrare un +23% mentre quelle della luce sono scese del 19% per il primo trimestre del 2023. L’Arera – l’Autorità di regolazione per energia, acqua, rifiuti – comunica infatti l’aggiornamento delle tariffe; aggiornamento che riguarda i consumi delle famiglie ancora in tutela, le quali dovranno fare i conti con una spesa di circa 1.800 all’anno e in crescita del 64% rispetto al 2021. Una vera e propria batosta di dimensioni anche superiori perché – sottolineano i consumatori – se si sommano i rincari del gas a quelli della luce, la “stangata complessiva è pari a 3.547 euro”, ha calcolato l’Unione nazionale consumatori (Unc).

Per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, la preoccupazione è mettere in sicurezza il sistema e l’accordo sul price cap – con un tetto al prezzo del gas a 180 euro a livello europeo – è stato “antispeculativo”, si sono “create le condizioni per evitare l’esplosione dei prezzi”, insomma “è un bazooka per intervenire qualora gli speculatori facciano oscillare il prezzo internazionale, probabilmente non verrà mai applicato ma serve per dire ‘se vai oltre ti sparo'”.

Per gli esperti bisognerà attendere ancora un semestre per vedere il prezzo del gas calare grazie alla diversificazione dell’approvvigionamento.

Redazione

Autore