Il giochino del più “antimafia del reame”
“Caro De Raho non la imbarazza essere il Santino di Conte, di chi gridava ‘buttiamo la chiave'”, lettera dell’avvocato Botti
«Egregio dott. Cafiero de Raho, mi permetto di rivolgermi direttamente a Lei in virtù della mia lunga militanza da avvocato che mi ha portato spesso ad incrociare la Sua strada e la Sua carriera”», esordisce l’avvocato Bruno Botti nella lettera aperta indirizzata all’ex magistrato e che ieri ha fatto boom di consensi tra condivisioni social e commenti più “privati”. È una lettera che contiene «osservazioni sulla Sua candidatura al Parlamento italiano nelle file dei Cinquestelle» .
«La prima è di natura squisitamente istituzionale: la direzione nazionale antimafia è un organismo, magari persino sopravvalutato, ma pur sempre di coordinamento e di intelligence nella lotta al crimine organizzato. Nel Suo ruolo Lei è inevitabilmente venuto in possesso di notizie assolutamente riservate e segrete, naturalmente sottratte alla conoscenza di qualsiasi comune cittadino e persino alle alte cariche dello Stato. (…) Per carità, non mi fraintenda: non penso affatto che Lei intenda utilizzare quelle informazioni a scopo politico o, peggio, ricattatorio. Io penso solo quello che – sono certo – pensava anche Lei quando, da cittadino, giudicava il mondo della politica: chi aspira alle più alte cariche istituzionali non deve essere soltanto trasparente e senza peccato, deve anche apparire tale. È così? Mi sbaglio?», si legge nella lettera.
Tra le varie considerazioni, anche una di natura politica legata alla grande questione giustizia. «Davvero non Le crea imbarazzo offrire la Sua immagine di raffinato giurista a chi ciancia di “certezza della pena”, intendendo “certezza del carcere” ed ingannando così i cittadini sulla portata securitaria della pena detentiva, smentita, come Lei sa bene, da innumerevoli e prestigiosi studi statistici? Non la infastidisce essere accomunato a quelli che hanno fondato le proprie fortune politiche al grido “buttiamo le chiavi”? Che hanno ripetuto come un disco rotto “in galera in galera”? Che non hanno perso occasione per dimostrare la propria assoluta mancanza di alfabetizzazione in tema di garanzie di libertà?». E poi. «Vogliamo una volta per tutte finirla con questo stucchevole giochino del più “antimafia del reame” che già tanti danni ha prodotto, quasi quanti la mafia stessa? (…) Sentiva proprio il bisogno di regalare a questa formazione politica l’ennesimo Santino di eroe senza macchia e senza paura, ed essere inserito così nell’album dei testimonial pret a porter da esibire a richiesta nel corso della campagna elettorale?».
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