Termovalorizzatore sì. Termovalorizzatore no. A far cambiare idea all’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho sarà stato Giuseppe Conte, o chissà. Viene da pensare che sia stato forse folgorato sulla via pentastellata viste le dichiarazioni che ha rilasciato all’indomani dell’intervento dell’avvocato Giorgio Varano e della riflessione sull’opportunità che un magistrato già a capo della Procura nazionale antimafia entri poi subito in politica.

La “folgorazione” è arrivata su un tema delicatissimo, delicato e cruciale per tutto il Paese ma in modo particolare per la nostra Campania: la gestione del ciclo dei rifiuti. Cafiero De Raho, descritto come magistrato integerrimo e profondo conoscitore delle mafie su cui ha a lungo indagato, si era sempre detto, in passato, favorevole ai termovalorizzatori ritenendoli una sorta di soluzione anche per arginare l’ingresso della camorra nella gestione dei rifiuti. Sosteneva, De Raho magistrato, che la mancanza di strutture idonee a contenere e trattare i rifiuti potesse creare un’emergenza e l’emergenza potesse a sua volta attirare la criminalità organizzata. Sollevava il dubbio: la reticenza a creare termovalorizzatori è una questione politica di ricerca di consensi oppure è il frutto del condizionamento delle infiltrazioni mafiose anche tra chi si oppone ai nuovi impianti?

Poco più di un anno fa, quindi ancora nella veste di procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho relazionava al Parlamento sostenendo che il perdurare dell’emergenza in alcune zone del Paese fosse di ostacolo a una corretta gestione del ciclo dei rifiuti e individuava tra le cause di questa emergenza costante e incessante proprio la questione dei termovalorizzatori. È ovvio che al tempo Federico Cafiero De Raho parlava nella sua veste di procuratore nazionale antimafia, quindi di magistrato in possesso di informazioni riservatissime su indagini e informative dell’autorità giudiziaria. Strano sentirlo, adesso che ha appena indossato la veste del politico, dire che il termovalorizzatore non serve. Lo ha detto replicando all’intervento dell’avvocato Giorgio Varano, penalista e responsabile della comunicazione dell’Unione Camere Penali italiane, che sul Riformista e sull’Huffington Post aveva espresso una serie di considerazioni sulla inopportunità del passaggio di un ex procuratore nazionale antimafia alla politica.

Una questione non legata al singolo magistrato ma più ampiamente all’immagine di imparzialità e terzietà della Procura nazionale antimafia che maneggia informazioni riservatissime, interviene alla Commissione giustizia con audizioni in materia di giustizia e riforma. Insomma, un ruolo estremamente delicato. Perché non pensare a una candidatura soltanto dopo un periodo di “decantazione”, dopo un termine di cinque o più anni dalla fine dell’incarico con la toga? Questo per allontanare ogni dubbio, per rendere più distanti i due mondi: magistratura e politica. Per ora i magistrati sembrano invece convinti delle loro scelte, del loro potere e della loro libertà. Lo stesso Cafiero De Raho a chi gli poneva la questione di opportunità ha replicato: «È sbagliato semmai entrare in politica e poi tornare a vestire la toga, perché un pm o un giudice che scende in politica perde la sua imparzialità – si legge nell’intervista a Huffington Post Ma se uno è in pensione e non esercita più la giurisdizione non capisco dove sia il problema». Come a dire io posso.

E poco conta che appena fino a maggio scorso era a capo della Procura nazionale antimafia quindi nel pieno delle sue funzioni in uno dei ruoli ai vertici della magistratura. Sempre nella stessa intervista Federico Cafiero De Raho risolve la questione termovalorizzatore così: «L’idea dei Cinque Stelle è l’economia circolare, l’intensificazione del riciclo. Se si applica questa idea, il termovalorizzatore non serve». E le mafie? E gli interessi della criminalità organizzata nell’emergenza perenne? E la corretta gestione del ciclo dei rifiuti? Verrebbe da chiedere all’ex procuratore nazionale antimafia che fine faranno adesso quei ragionamenti che aveva sostenuto nei mesi e negli anni scorsi. Quanti dubbi sorgono!

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).