Il nostro viaggio alla riscoperta della Napoli insolita e misteriosa ci porta al borgo di Santo Strato, antico villaggio situato a pochi passi dai verdeggianti viali di Posillipo, dove il tempo sembra essersi fermato. A dominare l’antico borgo, la Chiesa intitolata al Santo, pretoriano al servizio dell’ Imperatore Diocleziano, in seguito martire cristiano. Eretta sulle rovine di un antico tempio pagano, fu voluta da tre fedeli provenienti da Nicomedia, responsabili del diffondersi di un culto che, a partire dall’edificazione nel 1266 della Chiesa, ancora oggi resta strettamente localizzato in questa zona di Posillipo, e sentito fortemente dai fedeli.

Unico degli antichi villaggi di Posillipo ad aver conservato una fisionomia riconoscibile, Il Casale di Santo Strato si sviluppa attraverso stretti vicoli e pedamentine semi-nascoste, sviluppate a raggiera lungo il crinale della collina, percorrendo le quali si può giungere fino al mare. In questa suggestiva cornice, si svolgevano numerosi riti e feste in onore del Santo, perennemente in bilico tra il sacro e il profano, tra i quali ricordiamo la tradizione del presepe vivente, le feste di giugno e la celebrazione ufficiale del 17 agosto. Il rione è altrettanto legato al culto di suor Anastasia Ilario (Suor Colomba), nota per la sua attitudine a prodigarsi completamente in favore dei bisognosi, e le cui spoglie sono conservate nella Chiesa di San Domenico Maggiore.

Risalendo la linea del tempo, troviamo inoltre testimonianze architettoniche notevoli del XX secolo, con alcune ville Liberty, come Villa Gemma, con le sue eleganti decorazioni floreali, e la presenza di una targa che testimonia il soggiorno napoletano del grande scrittore ungherese Sandor Marai, che qui visse tra il 1948 e il 1952. La sua opera reca numerose testimonianze dell’affetto viscerale che l’intellettuale nutriva per Napoli e per il Casale di Santo Strato, basti pensare alla varia umanità umile e complessa descritta ne “Il sangue di San Gennaro”, dedicato, manco a dirlo, a Santo Strato.