L'editoriale
Caso Almasri, sempre in anticipo sulla verità: le scelte della politica, in democrazia, non possono essere continuamente sottoposte al vaglio dei tribunali

Sono trascorsi dieci giorni da quando Njeem Osama, noto come Almasri (“l’egiziano”), veniva rilasciato – il giorno dopo l’arresto – e rimpatriato con un volo Aise. Come avevamo anticipato, analizzando le dinamiche dell’intelligence, Almasri era, dietro alla formale funzione di direttore di carcere, un agente libico dalle inconfessabili correlazioni con altri servizi segreti occidentali.
Si trattava dunque di gestire l’intero affaire come meritava: una questione di sicurezza nazionale sulla quale andava posto il segreto di Stato. Come ieri è emerso con nettezza. Un dossier che scottava, quello di Almasri, da gestire senza tergiversare, senza concessioni ai fronzoli. Come Il Riformista ha illustrato in questi giorni, dall’inizio della vicenda, le intese sulla sicurezza e sul contrasto del traffico di esseri umani tra Italia e Libia si fondano su un accordo di cooperazione e reciproca assistenza che nessun esposto può pretendere di scardinare.
Perché uno non vale uno, neanche per idea. E perché le scelte della politica, in democrazia, non possono essere continuamente sottoposte al vaglio dei tribunali. Che devono fermarsi sulla soglia di quella war room in cui le istituzioni e i loro organismi più informati prendono decisioni sulla sicurezza nazionale che necessitano di riservatezza. Rivendichiamo di averlo sostenuto per primi. Così come dall’ottobre 2023 abbiamo detto che a Gaza l’Unrwa è diventata una sigla-ombra di Hamas, che ne utilizza le strutture per finalità terroristiche. Ci siamo attirati strali di ogni tipo.
Ieri però l’ostaggio anglo-israeliano Emily Damari, liberata nei giorni scorsi, ha testimoniato di essere stata tenuta prigioniera proprio in una struttura Unrwa per un anno e tre mesi: la sua cella era coperta dalla bandiera dell’Onu. Sarà antipatico dirlo ma chi legge questo nostro piccolo e prezioso giornale ha spesso in anteprima le notizie che le grandi testate riescono a dare per ultime.
© Riproduzione riservata