La Giunta delle immunità parlamentari di Palazzo Madama ha frenato la deriva manettara e votato contro la richiesta di arresti domiciliari formulata dalla Procura e dal gip di Napoli all’indirizzo di Luigi Cesaro, senatore campano di Forza Italia. La seduta della Giunta è iniziata con la relazione del senatore di Iv Giuseppe Cucca che ha argomentato la richiesta di rigettare la proposta di arresti domiciliari per Cesaro. Una posizione che è stata condivisa dalla maggioranza dei componenti della giunta: in dodici, infatti, si sono espressi contro l’arresto e in sette si sono astenuti. Il voto finale ora spetta all’Aula.

Cesaro è indagato per concorso esterno in associazione camorristica e la richiesta di arresti domiciliari a suo carico pende da settembre scorso. Iter lungo e travagliato, questo giudiziario che lo vede protagonista. A maggio il Senato si era pronunciato sull’utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche che la Procura aveva indicato al cuore delle accuse e ne aveva autorizzato l’uso di 6 su 28. Di qui, la decisione del gip di Napoli di chiedere alla Giunta l’autorizzazione a procedere con gli arresti domiciliari nei confronti del senatore di Fi sulla base di quelle poche intercettazioni ritenute valide. Una misura cautelare preventiva che secondo la tesi difensiva non avrebbe invece alcuna ragion d’essere. Cesaro, assistito dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino, ha sempre respinto le accuse. L’inchiesta che lo riguarda punta a presunti patti politico-mafiosi tra la famiglia del senatore e il clan Puca di Sant’Antimo.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).