Il caso e i processi sulla morte di Stefano Cucchi proseguono. Tre carabinieri sono stati rinviati a giudizio dal gup di Roma, sono accusati di aver detto il falso durante il processo sui depistaggi dopo la morte del giovane avvenuta nel 2009.

Caso Cucchi, tre carabinieri a processo per falso

I tre uomini accusati dalla Procura sono Maurizio Bertolino, all’epoca dei fatti maresciallo presso la stazione di Tor Sapienza, Fortunato Prospero, all’epoca capitano e comandante della sezione infortunistica e polizia giudiziaria presso il nucleo Radio Mobile di Roma, e Giuseppe Perri, all’epoca maresciallo. I reati contestati dai pm, a seconda delle posizioni, sono depistaggio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Ora il processo è stato fissato il prossimo 25 settembre.

Caso Cucchi, il processo ter: di cosa sono accusati i tre carabinieri

Nel processo sui depistaggi sono stati condannati già otto carabinieri, con l’appello che inizierà nelle prossime settimane. Ora il nuovo filone, con i tre carabinieri rinviati a giudizio. Bertolino avrebbe mentito ai suoi superiori, nel 2021 avrebbe detto di non sapere nulla dell’esistenza, nella stazione dei carabinieri di Tor Sapienza, di un raccoglitore con atti relativi al caso Cucchi. Fatto che invece gli era stato confermato da un collega. Poi, in aula, dopo aver ammesso di essere a conoscenza del dossier, avrebbe falsamente affermato di aver comunicato tutto ai suoi superiori.

Prospero avrebbe invece scritto il falso nel Memoriale di Servizio del 2 novembre 2018, indicando che un maresciallo e un vice brigadiere del suo reparto erano impegnati in altri servizi esterni, mentre uno era stato sentito in questura e l’altro lo aveva accompagnato. Perri, invece, avrebbe mentito negando di aver chiesto ai poliziotti di assistere all’interrogatorio in questura del collega che aveva accompagnato.

Caso Cucchi, processo ai carabinieri a settembre

A settembre il nuovo processo. Il ministero della Difesa sarà citato responsabile civile, tra le parti civili c’è anche Riccardo Casamassima, il supertestimone che fece emergere la verità, il Partito per la tutela dei diritti dei militari, ma anche i tre agenti della penitenziaria che sono stati accusati del pestaggio di Cucchi, poi assolti nel primo processo dalla Cassazione.

Redazione

Autore