Cesare Battisti, ex membro dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, è tornato ad essere un detenuto comune. Estradato nel 2019 dopo l’arresto in Bolivia e da quel momento in carcere in regime di alta sicurezza, Battisti è stato declassificato con un provvedimento del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, notificato nei giorni direttamente a Battisti.

L’ex Pac si trova da giugno 2021 nel penitenziario di Ferrara, dove è recluso in regime di semi-isolamento, ma già in precedenza aveva sollecitato tramite i suoi avvocati istanze di declassificazione del suo regime carcerario. Col provvedimento preso dal Dap, Battisti potrebbe essere trasferito nuovamente, questa volta a Parma. 

Una decisione che ha provocato l’indignazione di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che ha vinto nettamente le elezioni tenute domenica. Per Andrea Delmastro, che di FdI è responsabile giustizia, quella presa dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è addirittura “l’ultimo soccorso al terrorismo rosso, una aberrazione”.

Dopo anni di latitanza, appena assaggiato il regime carcerario italiano il criminale terrorista ottiene la declassificazione a detenuto comune. Una vergogna! Ancora più una vergogna che il Dap stia prendendo questa gravissima e scellerata decisione a pochi giorni dal cambio del governo. L’impunità del terrorismo rosso non è certamente la politica che il governo di centrodestra intende mettere in campo”, le parole al veleno di Delmastro, concetto poi ribadito via Twitter anche dalla senatrice Daniela Santanchè.

Di ben altro tono quelle dell’avvocato Davide Steccanella, difensore di Battisti. Un provvedimento, quello del Dap, che “ha posto rimedio dopo 2 anni ad una errata classificazione della pericolosità del detenuto. Battisti era stato considerato pericoloso in quanto condannato per terrorismo, ma non è più attuale dato che l’ultimo reato commesso da Battisti risale al 1979. Questa classificazione era applicabile quando il reato di terrorismo di matrice politica, che ora non c’è più”, le parole dell’avvocato di Battisti, che in carcere può solamente coltivare l’orto da solo, nell’ambito del progetto Galeottorto, e seguire un corso di scrittura creativa. 

Per Steccanella “chi vuole fare delle polemiche, lo fa in modo strumentale “. Ma in difesa della scelta presa dal Dap è sceso in campo anche il Garante dei detenuti dell’Emilia Romagna: “Per giudicare questi provvedimenti dell’amministrazione penitenziaria bisogna conoscere le norme e le leggi. Dire che non è accettabile vuol dire ammetterle di non conoscere – osserva Roberto Cavalieri – Questa persona ha seguito l’iter normativo in modo corretto, l’amministrazione penitenziaria ha riconosciuto quello che non poteva non riconoscergli. Declassificazione non significa che l’amministrazione penitenziaria cancella il fatto che ha fatto reati terroristici, ma è una questione gestionale e logistica. Non incide sul tipo di condanna che ha avuto. Vuol dire che diventa un detenuto comune“.

 

Redazione

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