Caro direttore,
Non sempre do ragione a Luigi Manconi ma questa volta sulla questione Cesare Battisti sono del tutto d’accordo con lui. Certamente Cesare Battisti è un pessimo soggetto che ha provocato la morte di alcune persone per di più con motivazioni aberranti. Però egli è stato assicurato alle carceri italiane. Già al momento del suo arrivo a Roma, lo spettacolo offerto dai ministri Salvini e Bonafede è stato indegno: andarono a riceverlo a Ciampino con tanto di televisione al seguito e con una cerimonia disgustosa che aveva il senso grottesco di esaltare il ruolo di cacciatori che si esibivano per avere catturato la preda. Insomma Salvini e Bonafede in versione Bounty killer all’italiana.

Adesso Battisti è un carcerato che va trattato rispettando rigorosamente tutte le regole che ispirano il nostro sistema e non violandole perché si tratta di un “malvagio” per il quale vale il motto “buttare la chiave”. D’altra parte sono tutti buoni a fare i bulli con chi è ristretto in carcere. Diversamente da altri, noi non abbiamo mai apprezzato né Battisti quando faceva il furbo a Parigi e si esibiva come un perseguitato politico, pur avendo ucciso alcune persone, né gli intellettuali francesi che hanno anche inventato una situazione repressiva in Italia che era inesistente, mettendoci anche un pezzo di snobismo razzista nei nostri confronti.

Adesso, però, evitiamo – per la stupidità di chi gestisce il Dap o di chi manda direttive dal ministero di Grazia e Giustizia – di dare ad essi ragione. Privare una persona delle due ore d’aria quotidiane e restringerla in una condizione anti igienica è un’autentica forzatura, inaccettabile anche perché disumana. Dio ci scampi dagli arroganti e dai cretini: quando poi le due qualità si combinano assieme gli effetti sono disastrosi. Ci auguriamo che l’attuale direzione del Dap non ci faccia rimpiangere Basentini, dimessosi perché Giletti dava in escandescenze contro di lui in televisione per la mancata nomina del suo protetto Di Matteo.

Invece manteniamo la valutazione positiva sulla firma data da Salvini sui referendum dei Radicali. Manconi non ha ragione a polemizzare con lui su questo e invece dovrebbe polemizzare con gli esponenti del Pd che non lo stanno facendo per la loro permanente subalternità ad una magistratura che sta offrendo di se stessa un pessimo spettacolo non rendendosi conto che la corda si è spezzata.