Uccisa con un colpo di pistola alla testa, “partito per sbaglio” secondo la ricostruzione dell’omicida Giampiero Gualandi, 57 anni, ex comandante dei vigili. Sofia Stefani, 33 anni, è morta ieri pomeriggio alle quattro presso la ‘Casa Gialla’, sede della polizia municipale del Paese di Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna.

La relazione

Un evento che secondo le prime ricostruzioni potrebbe non essere stato un incidente vista la storia d’amore – finita – tra i due. Secondo alcuni la vittima, già fidanzata, aveva deciso di lasciarlo. Secondo altri era stato Gualandi, a sua volta sposato a voler lasciare Sofia. L’ex comandante, che in passato era stato a capo della polizia locale dell’Unione Intercomunale Terre d’acqua, era rientrato in servizio dopo che il Comune di Anzola si è staccato dall’Unione dei comuni. A lavoro aveva conosciuto la collega più giovane di trent’anni che aveva dismesso la divisa di vigile urbano quando il suo contratto a fine 2023 non era stato rinnovato.

L’impegno nel sociale

Sembra che Sofia Stefani avesse avuto una relazione con un altro ex appartenente al corpo, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti. Chi la conosce racconta dell’amore per il suo lavoro, che sui social testimoniava con foto in divisa o a bordo dell’auto della polizia locale. “Credo molto nel mio lavoro”, scriveva. Si impegnava nel sociale, nelle Cucine Popolari di Bologna, con un legame speciale con Roberto Morgantini, il fondatore del progetto che ogni giorno regala un pasto a centinaia di persone in città. Aveva dipinto i muri del ponte di via Stalingrado: «Grazie Roberto per aver dato a me e alla mia famiglia la possibilità di esserci», aveva scritto.

Ora nel paese a prevalere è lo shock. “Sono affranto per il fatto che una cosa del genere sia potuta succedere nel nostro Comune, attentissimo e sempre in prima linea contro la violenza sulle donne – ha detto a LaPresse il sindaco Giampiero Veronesi – ci stringiamo attorno ai familiari della ragazza”.

Redazione

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