È stato ritrovato in cella, senza vita, e con una corda al collo. L’ultimo suicidio nelle carceri italiane porta in nome del trapper Jordan Jeffrey Baby, 27 anni, morto quest’oggi nel penitenziario di Torre del Gallo a Pavia. All’anagrafe si chiamava Jordan Tinti e stava scontando una pena di 4 anni e 4 mesi per una rapina aggravata dall’odio razziale ai danni di un operaio nigeriano di 42 anni, avvenuta in un sottopassaggio della stazione di Carnate (Monza e Brianza) nell’aprile 2023. Durante l’aggressione rivolse minacce («Ti ammazziamo perché sei nero») all’aggredito registrando la scena in un video. Insieme a lui c’era anche trapper romano Traffik, condannato a cinque anni e quattro mesi.

Il tentativo di suicidio

Già nel 2023, aveva tentato il suicidio e aveva scritto al padre una lettera in cui parlava della sua lotta contro la depressione: «Se starai leggendo questa lettera è perché dopo l’ennesimo tentativo di riabbracciarti e trascorrere con te tutto il tempo perso in questi anni, che fin dal primo giorno in cui sono entrato dentro le mura dell’inferno, ho avvertito una voglia matta di recuperare. Ho ceduto e perso la mia più importante battaglia: quella contro la depressione, che mi affligge da mesi ormai».

La carriera musicale e i precedenti

Il suo ultimo singolo era stato rilasciato nel 2021 con il titolo “Been Thru”, raccoglieva 15mila ascolti mensili. Altri suoi brani popolari includono “Bipolare” e “White Sox”, entrambi con oltre due milioni di stream. Tuttavia, la sua vita del trapper è stata spesso segnata da episodi spiacevoli, e tristemente noti alla cronaca: dall’aggressione alla macchina dei carabinieri, contro la quale lanciò una birra nel 2019, al ritrovamento in possesso di hashish nel 2020 (poi si riprese in un video mentre urinava sui verbali).

Redazione

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