Filippo Mosca dovrà rimanere in carcere in Romania. I giudici di Bucarest hanno infatti negato i domiciliari al 29enne italiano, respingendo la richiesta fatta dai suoi legali.

Chi è Filippo Mosca

Il giovane, incensurato, è stato fermato e arrestato il 3 maggio del 2023 a Costanza, accusato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Era andato in Romania, secondo i racconti della madre, per partecipare insieme ad alcuni amici a un festival. È detenuto da quasi 9 mesi nel carcere di Porta Alba, a Costanza. Ma potrebbe scontarne molti di più: in primo grado, infatti, è stato condannato a 8 anni e tre mesi. L’appello è previsto nei prossimi mesi.

Filippo Mosca, il messaggio della madre

“Non hanno accettato la richiesta del nostro legale. Non nutrivo molte speranze” ha spiegato al telefono la madre di Filippo Mosca, Ornella Matraxia. “Purtroppo, la giustizia in Romania funziona in questo modo, è come un muro di gomma, contro questo muro mi scontro da maggio. Sono molto triste e scoraggiata. Non mi aspettavo altro. Ma andremo avanti” ha aggiunto la madre del giovane. La donna è atterrata a Catania da Londra, dove vive con altre due figlie, e ora è diretta a Caltanissetta, la città d’origine.

I giudici romeni hanno concesso a Filippo di partecipare all’udienza in videoconferenza, ma la decisione è arrivata dopo e quindi al ragazzo dovrà essere comunicata dalla madre. “Penso a mio figlio Filippo, che probabilmente ancora non lo sa. Non è facile dargli questa notizia e sarò io a dovergliela comunicare” ha detto Ornella Matraxia. “Devo trovare le parole giuste per non farlo cadere ulteriormente nello sconforto” ha detto. “Ho il cuore in frantumi”, per poi aggiungere: “Questa decisione non mi fa sperare nulla di buono per il mese prossimo, mi fa paura”.

Filippo Mosca, le condizioni della detenzione

A peggiorare lo stato d’animo di Filippo Mosca e di sua madre, sono anche le condizioni del carcere dove è detenuto il ragazzo, l’istituto penitenziario di Porta Alba, “uno dei peggiori carceri europei, più volte oggetto di condanna da parte della Corte Edu per trattamenti inumani e degradanti” ha sottolineato il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti in una interrogazione parlamentare indirizzata al ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani presentata lo scorso 29 gennaio.

Giachetti ha posto attenzione su quanto raccontato dalla madre: il giovane al suo arrivo in carcere è stato posto in isolamento “in una stanza invasa dai topi e zeppa di escrementi anche sui materassi, vecchi e maleodoranti”. “Poi è stato spostato in una cella di circa 35 metri quadri dove alloggiano 24 detenuti, in condizioni igienico-sanitarie immonde, con un buco per terra per fare i bisogni, sporco e nauseabondo, e con la possibilità di lavarsi una volta a settimana, raramente con l’acqua calda, in docce che consistono in tubi che fuoriescono dalle pareti senza separazioni per preservare un minimo di privacy; anche i riscaldamenti non funzionano mentre fuori ci sono temperature che in inverno raggiungono i 10 gradi sottozero” aveva aggiunto Giachetti, chiedendo al governo di Giorgia Meloni cosa avesse in mente di fare.

Redazione

Autore