Scontri e combattimenti
Cisgiordania, scontri nel campo profughi di Jenin: tre morti e diversi feriti. Le Idf circondano ospedale Ibn Sina
Nelle prime ore di oggi l’Idf ha compiuto un’operazione in Cisgiordania, Hamas: “Combattiamo nel campo profughi di Jenin”
Nelle prime ore di questa mattina, l’esercito israeliano ha lanciato un’operazione militare in Cisgiordania, in particolare nella città di Jenin. La conferma degli scontri nella West Bank è arrivata già nella notte, visto che su Telegram, il braccio armato di Hamas, le brigate Qassam, hanno dichiarato di star combattendo “insieme a tutti gli altri gruppi di resistenza nel campo” profughi di Jenin. Come riporta Al Jazeera sono stati usati ordigni esplosivi e si sono verificati scambi a fuoco pesante. Ci sarebbe stato anche un raid aereo iniziale da parte di Israele.
Il bollettino dell’operazione in Cisgiordania
Nell’operazione israeliana a Jenin, almeno tre persone sono state uccise, con altre sette che invece sono rimaste ferite, riportano alcune fonti palestinesi. Due di queste sarebbero in gravi condizioni. Per il quotidiano Haaretz, due delle persone uccise erano membri della milizia locale Jenin Bridges. L’Idf avrebbe arrestato anche decine di persone.
L’ospedale Ibn Sina circondato
Dopo i recenti casi dei blitz negli ospedali di Gaza City, le forze dell’Idf hanno poi circondato l’ospedale Ibn Sina su tutti i lati, secondo alcune fonti locali. I soldati israeliani hanno chiesto lo sgombero della struttura, perquisendo ambulanze e paramedici. All’evacuazione del nosocomio sono seguiti alcuni arresti.
La situazione a Gaza
A Gaza, invece, continua il blackout delle telecomunicazioni, a causa della mancanza di carburante. Israele continua a opporsi all’ingresso nella striscia di benzina e diesel, accusando Hamas di usarlo per scopi militari. Da ieri notte, le reti Internet e di telefonia mobile e fissa delle principali società palestinesi sono fuori uso.
Il corpo della soldatessa Noa Marciano
È stato trovato vicino l’ospedale Shifa di Gaza City, il corpo della soldatessa israeliana Noa Marciano. A comunicarlo il portavoce militare dell’esercito. La 19enne era stata rapita da Hamas nella base di Nahal Oz il 7 ottobre scorso. Il gruppo terroristico aveva diffuso un suo video in cui la ragazza si presentava, immagini poi interrotte da quelle del suo cadavere, con Hamas che incolpava i bombardamenti di Israele per la sua morte.
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