Le immagini
Hamas diffonde il video di una soldatessa israeliana morta. IDF: “Terrore psicologico, agiscono in modo disumano”
Ad affermare il decesso di Noa sono le Brigate Izzedine di al-Qassam, braccio militare di Hamas che fanno risalire la sua morte allo scordo 9 novembre
Cinque settimane dopo il suo rapimento durante gli attacchi del 7 ottobre, Hamas ha diffuso il video della soldatessa israeliana Noa Marciano, la diciannovenne rapita insieme ad altre 240 persone, che ha prestato servizio come vedetta dell’esercito in una base vicino al Kibbutz di Nahal Oz, il battaglione 414 delle guardie di frontiera.
Nel filmato fatto circolare online ieri sera si vede prima la giovane identificarsi con nome e cognome, poi le cruenti immagini del corpo della ragazza senza vita, uccisa in un attacco aereo israeliano.
Ad affermare il decesso di Noa sono le Brigate Izzedine di al-Qassam, braccio militare di Hamas che fanno risalire la sua morte, confermata dall’IDF che ha inviato degli agenti a parlare con la famiglia di Marciano, allo scordo 9 novembre.“I nostri cuori sono con lo loro – hanno detto i militari -, Hamas usa il terrore psicologico per agire in modo disumano, invia video e fotografie di prigionieri per terrorizzare la popolazione israeliana”.
L’esercito israeliano dentro la base operativa di Hamas
Intanto l’IDF ha fornito prove evidenti in grado di dimostrare che i terroristi di Hamas avevano la loro base militare all’interno di un seminterrato dell’ospedale di Rantisi e Gaza: un punto di snodo per organizzare attacchi, trattenere ostaggi e stoccare le proprie armi. Le immagini arrivano dal portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, che in un video fa vedere inizialmente la casa di un terrorista di Hamas eliminato dalle IDF, localizzata accanto alla scuola Al Buraq, a soli 200 metri dall’ospedale. Successivamente è proprio in quest’ultimo edificio che il reportage delle forze di difesa si sviluppa: nella clip le truppe entrano dentro la struttura e filmano quanto resta della base operativa. Un biberon, dei pannolini, o un pezzo di corda legato a una sedia. Una sala armamenti con esplosivi e Kalashnikov, e anche una moto con segni di proiettili probabilmente utilizzata nell’attacco del 7 ottobre.
© Riproduzione riservata