Un Paese che da lunedì 15 marzo sarà in larghissima parte arancione o rosso per effetto dell’ordinanza che il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà venerdì pomeriggio, dopo aver ricevuto i dati del monitoraggio Covid dalla Cabina di regia che esaminerà i dati provenienti dalle Regioni.

Gli indici Rt già comunicati non fanno presagire infatti nulla di buono, anzi: se i numeri dovessero rimanere tali, in fascia gialla resterebbero solo Calabria, Sicilia e Valle d’Aosta, mentre la zona bianca resterebbe confermata per la Sardegna.

I problemi ormai sono noti: la curva dei contagi che è tornata a salire impetuosa, spinta dalla presenza sempre più diffusa e maggioritaria delle varianti, la pressione sempre più forte sugli ospedali e in particolare sulle terapie intensive, con quelle occupate da pazienti Covid arrivate al 31% e superando il livello oltre il quale risulta difficile poter assistere adeguatamente altri pazienti non Covid.

A rischiare il passaggio in zona rossa, scrive il Corriere della Sera, sono le più importanti regioni del nord Italia: Lombardia, Piemonte e Veneto. Nella prima l’Rt è tra 1,28 e 1,32 ma in salita, mentre in Veneto il governatore Luca Zaia ammette che “siamo sul filo del rasoio per il passaggio in zona rossa”. In Piemonte l’indice Rt a 1,41 e l’incidenza dei contagi schizzato a 279 casi ogni 100mila abitanti farà andare molto probabilmente la regione in rosso. Nella fascia di restrizioni maggiori dovrebbe entrare anche il Friuli Venezia Giulia guidato da Massimiliano Fedriga a causa di un indice Rt a 1,3.

Resteranno in zona rossa le tre regioni che già fanno i conti con le misure scattate l’8 marzo scorso, ovvero Basilicata, Molise e Campania: almeno per un’altra settimana non potrà esserci alcuna modifica e, anzi, in Campania il presidente Vincenzo De Luca con una sua ordinanza ha anche disposto la chiusura di piazze, parchi e lungomare.

Chi rischia di passare in zona arancione è la Liguria, che attualmente è in zona gialla assieme a Calabria, Sicilia, Lazio, Valle d’Aosta e Puglia. Per il governatore ligure Giovanni Toti “la nostra regione è a cavallo tra zona gialla e zona arancione. L’indice Rt è intorno a 1, come ogni venerdì ce la giocheremo all’ultimo decimale”. Nel Lazio invece è l’unità di crisi regionale a parlare di dati del contagio “in aumento” che “raggiungono i livelli di due mesi fa, con un trend di crescita rispetto alle due settimane precedenti”: il rischio è di un doppio balzo in avanti passando da giallo a rosso.

Discorso simile per la Puglia, dove nei territori di Bari e Taranto il presidente Michele Emiliano ha fatto scattare ordinanze restrittive locali. La Regione potrebbe passare direttamente in zona rossa perché, come anticipato da Emiliano, i dati “rappresentano un valore di incidenza settimanale regionale pari a 222 casi per 100.000 abitanti, aumentati del 22% rispetto ai 7 giorni precedenti. Solo due settimane fa il valore era di 135 casi per 100.000 abitanti”.

 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia