Oltre 61mila le richieste di prenotazioni arrivate in Ucraina nelle ultime 24 ore. A farlo sapere è Brian Chesky, cofondatore e Ceo di AirBnb, la piattaforma online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi. È partita quasi per caso questa raccolta fondi tramite il sito per sostenere la popolazione attaccata dalla Russia.

L’idea è partita a Salt Lake City. Sarah Brown ha prenotato un soggiorno a Kiev e altri due in città più piccole. La sua iniziativa ha innescato una catena di solidarietà mondiale. Le prenotazioni di finti soggiorni servono a far arrivare alla popolazione il proprio sostegno. Gli host di AirBnb vengono pagati 24 ore dopo il check-in di un ospite. Chi prenota fa sapere che è un gesto di solidarietà e che non si presenterà, ovviamente. Il primo host a ricevere una prenotazione è stata Ekaterina Martiusheva che in un’intervista a NPR ha detto: “In questi giorni non abbiamo alcun reddito. Non abbiamo alcun diritto di chiedere al nostro Paese di aiutarci, perché tutte le risorse sono per la guerra e per la vittoria”.

Per fare l’operazione basta iscriversi alla piattaforma, cercare l’Ucraina tra i Paesi in cui effettuare il proprio soggiorno, selezionare una città e un host a cui prenotare alcune notti nei prossimi giorni. I padroni di casa potranno così ricevere i soldi il prima possibile. Brian Chesky cofondatore e CEO di AirBnb ha riportato che in una settimana un abitante di Leopoli ha ricevuto 15mila dollari per l’affitto del suo appartamento. Alcuni utenti prenotano anche delle esperienze – altro servizio offerto dalla piattaforma – per sostenere la causa.

L’azienda, da parte sua, ha tolto tutte le commissioni sugli affitti per lasciare la cifra totale agli host. AirBnb ha preso posizione sul conflitto. Ha bloccato tutte le operazioni in Russia e Bielorussia e sospeso fino a nuovo avviso tutte le prenotazioni nella regione del Donbass. L’azienda ha anche deciso di offrire soggiorni gratuiti agli sfollati che stanno lasciando le loro case (i rifugiati sono oltre due milioni, secondo l’Onu, dall’inizio dell’invasione).

“In 48 ore sono state più di 61 mila le richieste di prenotazioni arrivate in Ucraina. Significa 1,9 milioni di dollari che arriveranno agli Host in questo momento di necessità”, ha twittato Chesky. Le donazioni sono esplose nel giro di pochi giorni. Quasi 12mila persone si sono intanto iscritte per offrire una casa ai due milioni di rifugiati che stanno lasciando il Paese. L’azienda ha inoltre deciso di offrire soggiorni gratuiti agli sfollati. Il neo dell’iniziativa sottolineato da molti nei commenti sui social: i destinatari delle donazioni sarebbero tecnicamente solo gli host.

 

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.