“Come, in concreto, spendere i soldi del Recovery Fund, Napoli non perda l’occasione, non sciupi risorse”. È il grido d’allarme della rete di Associazioni ‘Insieme per Napoli’ e le diverse sensibilità civiche che si riconoscono nel gruppo ‘per Napoli Civile’. A Palazzo San Teodoro il punto per ripartire.
“E’ possibile immaginare e costruire – dicono le associazioni – Next Napoli, proposte concrete su come usare i fondi europei”.
“Le associazioni civiche impegnate in città, da sempre ed a precidere dalle elezioni, sono pronte a dare un contributo” ha sottolineato l’avvocato Gaetano Brancaccio.
“Ci sono fondi – ha ricordato dopo aver elencato le battaglie condotte negli anni – per una manutenzione seria, per programmare interventi, per vincere la sfida della digitalizzazione, per costruire sviluppo”.
Proprio Brancaccio ha mostrato come tre comuni, Roma, Firenze e Milano abbiano sul loro sito già indicato come spenderanno i soldi di questa occasione ed ha aggiunto “Non possiamo perdere quest’ultimo treno del Recovery Fund, sul sito del nostro comune semplicemente hanno scritto che con quei soldi aggiusteranno il molo borbonico, tristemente crollato da poco nell’incuria, ma non certo centrale per lo sviluppo futuro di Napoli”.
Durante l’incontro presentate dunque le idee per Napoli. Riprogettazione ed aggiornamento della macchina amministrativa del Comune grazie alle tecnologie digitali in grado di offrire a tutti i cittadini servizi in tempo reale (Città in un click), è uno dei punti. Poi ancora si è parlato della rigenerazione del tessuto urbano con i numerosi strumenti a disposizione (ecobonus, sismabonus, sicurezza energetica etc), di mobilità sostenibile con un nuovo e condiviso piano del trasporto e della viabilità urbana, di valorizzazione del Mare di Napoli attraverso la difesa del litorale dall’erosione ed altri interventi mirati alla messa in sicurezza della costa. Per le associazioni è fondamentale “un progetto per l’attrazione
di investimenti pubblici e privati, nazionali ed esteri per affrontare finalmente le grandi questioni urbanistiche rimaste incompiute (area Bagnoli, Napoli Est, Molo S.Vincenzo)”.
Per le associazioni “i punti creano occupazione, offrono lavoro, generano ricchezza specialmente per le giovani generazioni che non devono più emigrare”.
Nel corso dei lavori è intervenuta Fortuna Longobardi, consulente finanziario, che ha parlato della necessità di “lavorare insieme a tutte le realtà associative per costruire un programma serio”, poi ancora la docente universitaria Marilu’ Ferrara che ha sottolineato la necessità di riorganizzare la macchina comunale e l’architetto Massimo Pica Ciamarra che ha illustrato alcune sfide infrastrutturali.
Per il manager ed imprenditore Riccardo Maria Monti “è il tempo di superare una delle maledizioni di Napoli: l’inerzia”.
Per Monti “bisogna usare con intelligenza e programmando con serietà il Recovery Plan per valorizzare il centro storico, per rilanciare Bagnoli e l’area Est, per consegnare, con un nuovo fronte del mare, un altro spettacolo a Napoli, per digitalizzare processi ed opportunità”. Il manager ha indicato un percorso che riesca “ad agganciare un meccanismo finanziario a progetti cantierabili, per portare questi soldi, subito spendibili, in una città che sinora non è stata in grado di intercettare nulla”. Per Monti non è il tempo del toto nomi o dei progetti personali ma “il tempo delle idee chiare, delle squadre capaci di utilizzare bene i fondi che ci sono e di trovarne altri. Per Napoli è l’ultima occasione ed allora chi ha buona volontà deve indossare l’elmetto e combattere per il bene della comunità”.