E no, anche l’abbraccio no, passi che siete a Montecitorio e non a Palazzo Chigi, davanti ad una piazza deserta, in una città spettrale, in un Paese altrettanto spettrale. Quell’abbraccio tra Giuseppe Conte e Roberto Speranza, tra il Presidente del Consiglio ed il suo ministro della salute, ci riporta a quei tempi cupi. A quelle notti passate in pena, con la conferenza stampa del capo del governo, che veniva rinviata ogni mezz’ora, e tutte le volte finiva che Conte e Casalino, comparivano non prima di mezzanotte, tra le madonne dei giornalisti ed i collassi emotivi di noi che aspettavamo sul divano di casa, anche sia detto, perché non avevamo altro da fare.

E francamente a distanza di anni non si capisce il perché di quelle incredibili convocazioni notturne? Volevano provocarci un crepacuore? Che poi Speranza, parliamone, visto con uno sguardo di insieme, le giacche, l’incarnato bianco, il muso smunto, ci trasmetteva subitaneamente una irrefrenabile agitazione. Lo vedevi in televisione ed automaticamente pensavi che fosse successo qualcosa di grave, di ancora più grave, anzi per l’esattezza di gravissimo. Comunque si, da un altro punto di vista si, era l’interprete perfetto di un Paese malato.

Oggi i due si sono ritrovati, come una scampagnata tra vecchi amici che rievocano i bei tempi andati, si sono ritrovati per dire a muso duro che la futura commissione di indagine sul Covid è armata contro loro due.

Perché? Il perché non si riesce mica tanto a capire, se tutto è andato bene, se non ci sono state stranezze, figuriamoci irregolarità o illeciti, cosa hanno da temere l’ex presidente del consiglio e l’ex ministro della salute?

Che mica è detto che le mascherine cinesi siano state per forza ‘radioattive’, che D’Alema magari si è mosso probono, che i russi che stettero oltre un mese in Italia erano semplicemente innocui pensionati di Mosca.

Cosa ha da temere Giuseppe Conte?
E visto che siamo sul versante delle domande antipatiche, perché il Pd si scaglia contro un’innocua commissione parlamentare con tanta veemenza? La gestione del Covid è stato o non è stato un problema, e se indubbiamente lo è stato, perché non costituire una commissione parlamentare per verificare?

Sia chiaro, chi scrive apprezza la lealtà, c’è davvero tanta lealtà da parte del partito di Elly Schlein verso gli amici del M5S. In pratica se tocchi lui, tocchi anche loro. Una lealtà a senso unico, perché anche ieri, durante l’informativa del ministro Daniela Santanchè, Giuseppe Conte se ne è fregato degli amici dem, ha organizzato la conferenza stampa con i dipendenti, ha presentato la mozione di sfiducia, senza avvertire nessuno.

Il messaggio è chiaro: ‘Qui comando io’, tanto poi Elly si piega.
Ed in effetti è andata così, sia ieri, che oggi, la segretaria del Pd ha ormai l’unica possibile funzione di accodarsi e di battere le mani. Clap clap clap a Giuseppi, vero ed unico condottiero della fu maggioranza giallorossa, e non dite che Nicola Zingaretti non fu il primo a capirlo, anticipando i tempi.

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Vive a Roma ma è cresciuto a Firenze, è un antico frequentatore di corridoi, ha la passione per Philip Roth e per le melanzane alla parmigiana, predilige il paesaggio della Versilia