Mama Africa
Un grande gioco geopolitico
Corno d’Africa, lo scontro tra Somalia e Somaliland e il ruolo anti-Houthi di Usa, Emiratini e Sauditi

Il Corno d’Africa resta terreno di scontro per la sua determinante posizione geografica e per il controllo degli Houthi dello Yemen che restano una minaccia. Nei giorni scorsi il governo somalo ha tentato di cedere la gestione delle basi del Somaliland agli Stati Uniti, offendo così a Washington un osservatorio privilegiato per il controllo del Mar Rosso.
Mogadiscio, che ha ingaggiato una società di lobbying americana per rafforzare i rapporti con l’amministrazione Trump, avrebbe offerto una base aerea e due porti, in regioni che controlla soltanto formalmente. Il porto di Berbera infatti appartiene all’ex Somalia Britannica che si auto-amministra dal 1991 e che sta cercando il riconoscimento diplomatico internazionale da tempo, non riconoscendo più l’autorità somala. Il secondo porto sarebbe quello di Bosaso, nella turbolenta regione del Puntland, che resta parte integrante dello stato somalo, ma che in realtà è totalmente autonomo e controllato da bande di pirati.
Il governo del Somaliland ha risposto con durezza sostenendo che Mogadiscio non ha più nessun diritto sulla loro terra ed affermando che niente potrà fermare il percorso di riconoscimento internazionale del loro stato. Il porto di Berbera, quello che la Somalia avrebbe offerto agli Stati Uniti, è già tecnicamente controllato da una società degli Emirati Arabi Uniti che ha lanciato un progetto di modernizzazione di circa mezzo miliardo di dollari. Emiratini e sauditi sono presenti in Somaliland da anni, soprattutto in funzione anti-Huthi e conoscono bene il valore strategico di questa area. Il ministro degli Esteri dell’autoproclamato stato africano ha detto di non essere interessato a ciò che dice Mogadiscio e che nessuno può decidere a chi affidare le loro basi nazionali.
Sono molti gli stati pronti a riconoscere la nascita del Somaliland ed anche gli Stati Uniti si sono detti possibilisti su questo. L’Etiopia e l’Arabia Saudita hanno già delle delegazioni ufficiose presenti nella capitale Hargheisa, mentre gli Emirati Arabi Uniti sono il primo finanziatore internazionale del paese ed il loro maggior sponsor. La Somalia continua a minacciare ritorsioni contro chiunque sia disposto ad avvallare l’indipendenza del Somaliland, ma il suo peso geopolitico è quasi nullo e fa fatica a controllare anche la regione della capitale Mogadiscio. Il gruppo terroristico di al-Shabaab resta il dominatore di intere regioni senza che le forze nazionali somale riescano ad arginarlo, mentre la Turchia, unico vero partner importante della Somalia, sta dismettendo la base che ha aperto qui perché il paese appare davvero incontrollabile. Anche Washington ha deciso un taglio del sostegno economico alla Somalia nella lotta al terrorismo internazionale con il rischio che la Somalia sprofondi ancora una volta nell’anarchia. Un grande gioco geopolitico che vede tante potenze in campo e che potrebbe disegnare presto una nuova mappa dell’Africa Orientale.
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