La trombosi è una malattia cardiovascolare molto comune. Comprende due condizioni interconnesse: l’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda. Quest’ultima è determinata dalla presenza di un trombo, un coagulo di sangue in un’arteria o in una vena.

“Il coagulo può essere composto da un’aggregazione di cellule ematiche che ostruiscono o rallentano la normale circolazione sanguigna e che possono migrare e spostarsi in un organo vitale, con conseguenze potenzialmente fatali”, si legge sul sito della Fondazione Veronesi.

Si parla di trombosi venosa o arteriosa a seconda del vaso coinvolto. I trombi alle arterie sono più pericolosi perché bloccano l’arrivo dell’ossigeno con il sangue, provocando l’infarto del miocardio, ictus cerebrale o ischemia periferica. I trombi nelle vene possono essere più subdoli perché rallentano il ritorno del sangue al cuore e la parte liquida del sangue fuoriesce dal vaso gonfiando i tessuti circostanti (edema).

QUALI SONO I SINTOMI – La trombosi venosa profonda è spesso asintomatica. Secondo la Fondazione Veronesi circa il 50% dei soggetti colpiti da trombosi venosa non ha alcun sintomo. Per questo motivo in molti casi non viene diagnosticata e la malattia non è presa per tempo, prima che possa creare complicazioni anche fatali. Se presenti, invece, le manifestazioni più frequenti sono: dolore al polpaccio, gonfiore (prevalentemente alla caviglia o ai piedi), rossore o perdita di colorito della pelle (discromia), calore della zona interessata.

FATTORI DI RISCHIO – Tra i fattori di rischio per la trombosi ci sono il fumo di sigaretta, il consumo di alcol, la sedentarietà, alcune malattie croniche (cardiopatia, malattie polmonari, cancro, morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa), la gravidanza (fino a sei settimane dopo il parto) e l’utilizzo di farmaci a base di estrogeni (come gli anticoncezionali orali e i farmaci per ridurre i sintomi della post-menopausa). Tra i fattori di rischio ci sono anche i processi infettivi acuti come potrebbe essere l’infezione da Covid.

LA CORRELAZIONE CON I VACCINI – La trombosi non ha collegamenti scientifici appurati con i vaccini, come si è ipotizzato in merito ad alcuni lotti di Vaccino AstraZeneca, ritirati da diversi paesi europei dopo che alcuni vaccinati avevano riportato episodi di trombosi dopo il vaccino. “Al momento non ci sono indicazioni che la vaccinazione abbia causato queste condizioni, che non sono elencate come effetti collaterali di questo vaccino”, aveva riferito in un comunicato l’Agenzia. Le informazioni finora disponibili, ha chiarito l’Ema, “indicano che il numero di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non sia superiore a quello osservato nella popolazione generale. Al 9 marzo 2021, erano stati segnalati 22 casi di eventi tromboembolici tra i 3 milioni di persone vaccinate con le dosi Covid-19 AstraZeneca nello Spazio economico europeo”. Si stanno ancora portando avanti studi su questo argomento.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.