Mentre il mondo teme per l’avanzata della variante Omicron, che dal Sudafrica dove è stata sequenziata ha raggiunto in pochi giorni i confini degli altri continenti, dall’Europa all’Australia, in Italia i dati che arrivano dagli ospedali sono sempre più preoccupanti, anche se non paragonabili a quelli delle precedenti ‘ondate’ del Coronavirus.

Nel monitoraggio pubblicato oggi dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) sulla tenuta delle strutture sanitarie, vi sono ormai tre regioni che superano il livello di allerta del 15% nell’occupazione dei reparti di area “non critica” da parte di pazienti Covid.

Si tratta del Friuli Venezia Giulia che da oggi passa ufficialmente in zona gialla per almeno sette giorni (al 22%), oltre alla Valle d’Aosta e alla provincia autonoma di Bolzano, entrambe al 18%. Ma in Italia la percentuale di posti occupati sale nel dato complessivo al 9%, con sette regioni che registrano percentuali in aumento: per le terapie intensive invece il valore resta al 7 per cento, ma sale in cinque regioni (al 10% nel Lazio, all’8% nella Pa di Trento, al 7% in Molise e Sardegna, all’11% in Umbria).

Questa, come riporta l’Ansa, la situazione in base alle rilevazioni dell’Agenas: in Abruzzo occupazione terapie intensive al 5% e occupazione posti in “area non critica” all’8% (variazione giornaliera di +1%); in Basilicata 1% (-2%) e 4%; in Calabria 9% e 12%; in Campania 5% e 9% (+1%); in Emilia Romagna 7% e 8%; in Friuli Venezia Giulia 15 e 22% (+2%); nel Lazio 10% (+1%) e 11%; in Liguria 9% e 8%; in Lombardia 6% e 12%; nelle Marche 10% e 8%; in Molise 3% e 7% (+1); nella Provincia autonoma di Bolzano 10% e 18% (+1%); nella Provincia autonoma Trento 8% (+1%) e 8% (+1%); in Piemonte 5% e 6%; in Puglia 5% e 5%; in Sardegna 7% (+1%) e 4%; in Sicilia 5% e 9%; in Toscana 8% e 5%; in Umbria 11% (+3%) e 8%; in Valle d’Aosta 3% e 18% (+3%) e in Veneto 8% e 8% (+1%).

L’OMS SU OMICRON – In un documento pubblicato oggi dall’Oms, inviato a tutti i Paesi membri, l’Organizzazione mondiale della sanità alza il livello dall’allarme sull’ultima variante scoperta dagli scienziati, la Omicron sequenziata in Sudafrica.

Date le mutazioni che possono conferire un potenziale vantaggio di trasmissibilità per il virus, la probabilità di una potenziale ulteriore diffusione di Omicron a livello globale è elevata. Viste queste caratteristiche, potrebbero esserci futuri picchi di Covid-19, che potrebbero avere gravi conseguenze, a seconda di una serie di fattori, incluso il luogo in cui si verificheranno i picchi. Il rischio globale complessivo relativo alla nuova variante Omicron è valutato come molto elevato“, si legge nel documento.

“Ad oggi” comunque, spiegano dall’Oms, “non sono stati segnalati decessi legati alla variante”. La ‘ricetta’ suggerita dall’Organizzazione mondiale della sanità è quella di “accelerare la copertura vaccinale Covid-19 il più rapidamente possibile, specialmente tra le popolazioni designate come ad alta priorità che rimangono non vaccinate o non sono ancora completamente vaccinate. Utilizzare un approccio basato sul rischio per adeguare le misure di viaggio internazionali in modo tempestivo

L’Oms aggiunge anche che resta fondamentale “l’uso di mascherine, la distanza fisica, la ventilazione degli spazi interni, l’evitare la folla e l’igiene delle mani”. Come fondamentale resta per l’Organizzazione “il tracciamento“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia