La rilevazione e le restrizioni
Cos’è Omicron, la variante del covid-19 rilevata in Sudafrica che sta preoccupando il mondo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha designato la nuova variante di Sars-CoV-2 rilevata in Sudafrica come una variante di preoccupazione (Variant of Concern). La variante è stata battezzata Omicron. Per l’Europa è altamente preoccupante. Stop e blocchi ai paesi del sud del continente africano. Al momento sono in corso studi per capire l’effettiva pericolosità della variante, anche per quanto riguarda i vaccini, quindi è presto per gli allarmismi ma evidentemente non abbastanza per le restrizioni e le precauzioni.
Casi della variante sono stati rilevati in Belgio, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Danimarca, oggi anche in Australia. Israele ha chiuso a tutti gli ingressi per due settimane. Stop, quindi, ai collegamenti dei 27 Stati Ue con 7 Paesi: Botswana, Swaziland, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sudafrica, Zimbabwe. L’ordinanza del ministero della Salute italiano emessa venerdì scorso aveva imposto blocchi per sette Paesi africani. Attivati i test sui 133 passeggeri del volo proveniente dal Mozambico e atterrato a Fiumicino l’11 novembre scorso sul quale viaggiava l’ingegnere dell’Eni risultato positivo alla variante Omicron.
Il primo italiano positivo è un ingegnere, atterrato a Fiumicino circa due settimane fa. In isolamento nel casertano. Non ha più i sintomi. I suoi familiari, anche loro risultati positivi, non hanno mai avuto i sintomi. L’uomo era tornato dal Mozambico, aveva passato qualche giorno a casa ed era andato a Milano per una visita medica aziendale. È risultato così positivo al tampone. L’uomo si è detto “soddisfatto di essermi vaccinato, perché il vaccino nel nostro caso ha funzionato in maniera egregia”. Ha parlato al giornale Radio Rai. “Considerati i sintomi blandi miei e della mia famiglia, che è stata contagiata e comprende persone tra gli 8 e gli 81 anni, posso dire che l’infezione si è manifestata solo in modo lieve”.
La rilevazione della variante in Sudafrica
La sigla della variante è B.1.1529. A confermare la rilevazione è il National Institute for Communicable Diseases (NICD), una divisione del National Health Laboratory Service (NHLS) del Paese africano. Al momento si sa che la variante ha 32 mutazioni nella proteina spike, molte più delle varianti Beta e Delta insieme. Può essere tracciata con i tamponi molecolari. Sono in corso studi i cui risultati dovrebbero essere disponibili nel giro di due o tre settimane come ricostruisce in un lungo articolo Il Corriere della Sera.
In Sudafrica nelle ultime settimane si è verificato un preoccupante aumento dei contagi: le zone più colpite sono il Gauteng (un’area urbana che comprende Pretoria e Johannesburg), il nord-ovest del Paese e il Lompopo. A Tshwane, nel Guateng, il tasso di positività è passato dall’1% al 30% in appena tre settimane. Proprio nel Guateng la variante è stata identificata. Al momento solo il 24% della popolazione del Sudafrica ha completato il primo ciclo vaccinale contro il coronavirus.
In alcune zone del Gauteng ha soppiantato la variante Delta. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha convocato per oggi una riunione sulla variante. Per l’Agenzia Britannica per la Sicurezza Sanitaria, la Uk Health Security Agency, è la variante “più pericolosa emersa finora”. Il Regno Unito ha infatti interrotto i collegamenti con sei Paesi africani. La Commissione Ue ha annunciato che proporrà a breve una misura analoga, già adottata ieri dalla Gran Bretagna. Israele ha bloccato i voli da e per il Sudafrica.
“Ha sia le mutazioni che rendono il virus più contagioso, sia quelle che potrebbero confondere gli anticorpi”, ha spiegato il ricercatore italiano, uno dei gruppi di ricerca del consorzio inglese Cog-Uk, Alessandro Carabelli a Repubblica. “Sappiamo che i punti che i nostri anticorpi usano per riconoscere la spike sono localizzati in 4 regioni. B.1.1.529 ha mutazioni in tutte e quattro queste regioni”. Il ministro della Salute Sajid Javid ha spiegato che “i vaccini potrebbero essere meno efficaci” ma è comunque troppo presto per trarre conclusioni. Gli studi sono in corso e la variante non è stata al momento tracciata in Europa.
Perché si chiama Omicron
L’Oms ha deciso non solo di saltare la lettera Nu, ma anche la successiva Xi. Come noto l’Organizzazione mondiale della sanità per evitare l’effetto stigma ha deciso ormai da tempo di assegnare alle variante del virus le lettere dell’alfabeto greco, sia alle varianti VOC (Variant of Concern), ovvero “di preoccupazione”, che VOI (Variant of Interest), ovvero “di interesse”, procedendo in ordine cronologico.
Nu suonerebbe, in inglese, troppo simile a “new”, cioè nuova. Due suoni praticamente identici. La variante sequenziata in Sudafrica sarebbe stata la “new Nu variant”. Sul ‘no’ dell’Oms alla denominazione di variante Xi che in molti hanno storto il naso. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità Xi è infatti un cognome molto comune e le linee guida interne “impongono di non utilizzare nomi che possano danneggiare gruppi culturali, sociali, nazionali, regionali, professionali o etnici”. Xi infatti non è solo un cognome diffuso, è anche quello del presidente Xi Jinping. Chiamare la nuova variante col nome del presidente cinese sarebbe stata una scelta ‘complicata’ per l’Oms, che avrebbe quindi deciso di saltare anche quella lettera per passare direttamente a Omicron.
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