Mentre l’Europa, l’Italia e le massime autorità sanitarie si interrogano sui possibili effetti e pericoli della variante Omicron individuata in Sudafrica, nel nostro Paese l’Istituto superiore di sanità invita a tenere alta l’allerta sulla ben più presente variante Delta.

Nel suo report esteso l’ISS evidenzia infatti come nell’ultimo mese si osserva in Italia “una maggiore incidenza di casi diagnosticati nella popolazione non vaccinata. Dopo sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale, scende dal 72% al 40% l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di Covid-19 rispetto ai non vaccinati”.

L’Istituto sottolinea però che il vaccino resta l’arma fondamentale contro il virus: resta infatti elevata l’efficacia nel prevenire casi di malattia severa “in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 91% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’81% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati”.

Diversi invece i dati a sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale, dove l’Istituto superiore di sanità osserva “una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età. In generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 72,5% nei vaccinati con ciclo completo entro sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 40,1% nei vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati”. 

Nel caso di malattia severa, la differenza fra vaccinati con ciclo completo da oltre e da meno di sei mesi risulta minore, aggiunge l’ISS: la decrescita dell’efficacia vaccinale è di circa 10 punti percentuali, “in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 91,6%, mentre risulta pari all’80,9% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi, rispetto ai non vaccinati”.

A ricordare però l’importanza del vaccino è un dato: nell’ultimo mese il tasso di terapie intensive nei non vaccinati in Italia è a 6,7 per 100mila, mentre nei vaccinati da meno di sei mesi è a 0,54 per 100mila, ossia 12 volte più basso.

IMPENNATA CASI IN FASCIA 6-11 ANNI – L’altro allarme riguarda l’impennata di nuovi casi nella fascia d’età tra i 6 e gli 11 anni, che a breve potranno essere vaccinati anche in Italia. 

Osservando infatti un aumento dell’incidenza in tutte le fasce d’età, l’Istituto superiore di sanità rimarca in particolare l’impennata nella popolazione di età inferiore ai 12 anni. Dall’inizio dell’epidemia nella popolazione 0-19 anni sono stati riportati 826.774 casi confermati di cui 35 deceduti. Nel periodo 8-21 novembre 2021, in questa popolazione sono stati segnalati 31.365 nuovi casi, di cui 153 ospedalizzati e 3 ricoverati in terapia intensiva. 

Nella classe di età 6-11 anni, a partire dalla seconda settimana di ottobre, vi è una maggiore crescita dell’incidenza rispetto al resto della popolazione in età scolare, con un’impennata nelle ultime due settimane. 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia