Sul vaccino anti-Covid ai bambini dai 5 ai 12 anni l’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, prenderà una decisione il 29 novembre. E’ quanto annuncia Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, nel corso di una conferenza stampa con il governatore del Veneto Luca Zaia. “Noi seguiremo quanto deciderà l’Ema” aggiunge il numero uno dell’Aifa, chiarendo che “prima i bambini non si infettavano e trasmettevano pochissimo” ma “con il virus che è cambiato invece ora accade che si contagino“.

Per Palù non si deve parlare “di terza dose come di uno spauracchio, è un normale passaggio del percorso vaccinale e vale per tutti i virus. Le prime due dosi sono ‘prime’, la terza è detta ‘booster’ (richiamo, ndr), ed è determinante anche nei confronti delle mutazioni”. “Non esiste una risposta unica – aggiunge – non esiste il vaccino che protegge al 100% perché ogni persona ha un profilo genetico diverso: questo è dimostrato dall’effetto positivo sulla popolazione più giovane, mentre l’effetto diventa minore per gli over 60: la terza dose è per contrastare la mutazione del vaccino”.

Negli Stati Uniti la vaccinazione ai bambini di età compresa tra 5 e 11 anni è partita da diverse settimane e ad oggi sono quasi un milione i minori che hanno ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer-BioNTech. Per i bambini della fascia d’età considerata, è stata testata una dose pari a un terzo della quantità utilizzata attualmente (10 microgrammi). Sono previste sempre due dosi di vaccino a 21 giorni di distanza.

In Italia nei giorni scorsi è intervenuto sulla vicenda Francesco Vaia, direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, secondo cui il vaccino va somministrato solo ai bambini fragili. “Ho detto più volte – ha spiegato – che il tema non è vaccinare o non vaccinare i bambini ma in questa fase dell’epidemia ritengo che sia giusto immunizzare solo i bambini fragili. Abbiamo letto l’appello del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, e lo faccio mio – ha ricordato il direttore”. L’Oms ha sottolineato che è “insensato il vaccino a bimbi e il booster a sani se chi rischia è senza”.

“Oggi la comunicazione scientifica è incerta perché ci sono comunque dei rischi nelle vaccinazioni in generale – ha sottolineato Vaia – In Israele hanno visto che ci sono casi di miocarditi nei bambini e quindi vaccinano solo i fragili. Io credo che sia saggio in questo momento vaccinare nella fascia 5-11 anni solo loro. Se dovessero cambiare le cose e avremo maggior elementi scientifici su questo tema si potrebbe di estenderla a tutti – ha continuato – Resto favorevole gli over 12 perché hanno una maggiore socialità. La responsabilità sociale, ribadisco, non deve essere dei bambini ma degli adulti, dei genitori, dei nonni e dei docenti”.

Proprio in Israele è arrivato il via libera ai vaccini anti-covid ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. La campagna potrebbe iniziare già da domenica prossima (21 novembre, ndr), ha annunciato oggi alla radio dell’esercito Miri Misrachi, della Maccabi, una delle mutue del sistema sanitario israeliano. Secondo i dati citati dal ministero della Salute, il vaccino Pfizer ha un’efficacia del 91% nel prevenire la malattia in questa fascia d’età. “Molti esperti sono dell’opinione che i benefici della vaccinazione in questo gruppo di età superano i rischi”, si legge sul sito del ministero. I bambini fra i 5 e gli 11 anni sono circa un milione in Israele. Ancora non è stato deciso quanto tempo aspettare per l’immunizzazione dei piccoli che hanno già avuto il covid. Intanto già da fine luglio era stata approvata la vaccinazione per i bambini di quest’età in casi eccezionali di particolare vulnerabilità.

Lo scorso 20 settembre le aziende farmaceutiche Pfizer e BioNTech hanno annunciato i risultati dei primi test, effettuati su un campione di 2.200 bambini. E’ “sicuro, ben tollerato e mostra robuste risposte immunitarie” nelle persone di età compresa tra 5 e 11 anni. Dopo la seconda dose, i bambini hanno sviluppato livelli di anticorpi contro il coronavirus forti quanto quelli di adolescenti e giovani adulti, aveva dichiarato ad Associated Press Bill Gruber, vice presidente di Pfizer. Il dosaggio per bambini si è dimostrato sicuro, con effetti collaterali temporanei simili o inferiori a quelli sperimentati dagli adolescenti, come mal di braccia, febbre o dolori, ha aggiunto. “Penso che abbiamo davvero colpito nel segno”, ha sottolineato Gruber.

 

Redazione

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