L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha approvato il vaccino di Pfizer per i bambini tra 5 e 11 anni. La dose sarà ridotta a un terzo rispetto a quella degli adulti: 10 microgrammi anziché 30. Servirà un richiamo dopo 3 settimane. In Italia i bambini in questa fascia d’età sono circa 4 milioni. Lunedì dovrebbe avvenire un altro passaggio essenziale: il via libera da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).

Le prime fiale per l’età pediatrica dovrebbero arrivare nei paesi dell’Unione Europea, che hanno fatto un acquisto congiunto, a partire dal 20 dicembre. La Francia ha già annunciato che non si partirà con le iniezioni prima del 2022. Gli Stati Uniti hanno già iniziato la campagna vaccinale fra 5 e 11 anni, immunizzando finora 3 milioni di bambini. Israele e il Canada sono partiti all’inizio di questa settimana.

L’approvazione dell’Ema si basa su un test condotto da Pfizer su 2mila bambini, che hanno ricevuto in parte il vaccino, in parte il placebo. Confrontando i contagi nei due gruppi, si è osservato che il vaccino ha un’efficacia del 90,7% nel prevenire le infezioni sintomatiche. Il risultato è paragonabile a quello ottenuto nella fascia 16-25 anni con la dose da adulti, 30 microgrammi. Gli effetti collaterali sono stati simili a quelli delle persone sopra ai 12 anni: dolore nel punto dell’iniezione, stanchezza, mal di testa, brividi per uno o due giorni.

“Nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, la dose di Comirnaty sarà inferiore a quella utilizzata nelle persone di età pari o superiore a 12 anni (10 microgrammi rispetto a 30 microgrammi). Come nel gruppo di età più avanzata, viene somministrato con due iniezioni nei muscoli della parte superiore del braccio, a distanza di tre settimane”, spiega l’Ema in una nota.

La vaccinazione nella fascia di età pediatrica – ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario di Stato al ministero della Salute – deve essere fatta in primis per proteggere” i bambini stessi, anche in considerazione del fatto che “lavori scientifici validati dimostrano che il long covid è presente anche nella fascia pediatrica”. E sull’obbligo vaccinale ha indicato che “in questo momento assolutamente non serve, se non per le categorie per cui è stato già deciso. A ogni ondata corrisponde una nostra reazione e questa volta nonostante l’ondata noi non stiamo chiudendo e stiamo andando avanti con sicurezza”.

Riccardo Annibali

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