Cancelli serrati e lezioni sospese. Per tre giorni l’istituto comprensivo Via Cassia 1694, periferia nord di Roma, chiude dopo il boom di contagi di Covid-19. È la prima scuola di tutto il Lazio a dovere interrompere l’attività per qualche giorno: nell’istituto è scoppiato un cluster con 19 positivi, diciotto studenti e un’insegnante.

Il boom dei contagi

Il focolaio è esploso a metà della scorsa settimana e si è ampliato in tempi record. Il primo caso, che ha fatto scoppiare il cluster, è un’insegnante, vaccinata con entrambe le dose. Tra i suoi colleghi non ci sono eccezioni: tutti risultano completamente immunizzati. Ma qualcosa è andato storto: nelle quattro classi in cui insegnava la docente, almeno sette alunni in ogni aula sono risultati positivi. La quinta classe, che non è assegnata all’insegnante, è sotto osservazione per un caso evidentemente scoppiato per un link familiare. Non sono emersi altri casi confermati tra i docenti. Secondo il dirigente scolastico, tutte le misure di prevenzione sono state rispettate: finestre aperte, mascherine, distanziamento.

Per frenare il focolaio che potrebbe allargarsi alle famiglie degli alunni, il preside dell’istituto ha chiesto però uno screening di massa e ha imposto la chiusura della scuola frequentata da oltre mille studenti.

Dad sospesa

Ma la misura alimenta le polemiche. Gli studenti, che devono osservare un periodo di quarantena, non potranno fare affidamento sulla didattica a distanza. È scritto nero su bianco sulla circolare firmata ieri sera dal preside dell’istituto Francesco Consalvi. “Dal 23 al 25 novembre pp.vv., è interrotta ogni attività didattica anche on line, ed è posticipato a data da destinarsi ogni impegno collegiale (Consiglio Interclasse, Colloqui con le famiglie per la scuola secondaria e i Gruppi di Lavoro Operativo programmati)“, si legge nell’informativa indirizzata a genitori e docenti delle scuole elementari e medie dal dirigente scolastico. È quindi impossibile garantire la continuità didattica, con cinque classi in quarantena e gli ingressi degli studenti scaglionati, mentre si deve procedere con la sanificazione straordinaria.

Falsi positivi

Le scuole sono dunque le sorvegliate speciali in questa quarta ondata di Covid-19. Il sistema scolastico rischia il collasso a causa dei falsi positivi. Il nuovo protocollo sanitario anti Covid, introdotto dal Miur lo scorso 8 novembre, prevede quarantene scolastiche “soft” e un tampone da effettuare subito, appena si ha notizia di essere venuti a contatto con un positivo. Il problema è legato al tipo di test, che presenta dati non sempre affidabili. E la corsa ai tamponi rapidi ha fatto innalzare anche il numero dei falsi positivi, con conseguenti quarantene e didattica a distanza per intere sezioni.

 

Redazione

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