Duecento baracche, cinquantacinque mila metri quadrati. Il mondo del campo rom di Giugliano, un mondo per niente a misura di bambino dove vivevano comunque bambini. I piccoli vivevano in condizioni igieniche molto precarie, non hanno mai frequentato la scuola, giocavano tra cumuli di rifiuti, anche rifiuti pericolosi. Ieri un blitz dei carabinieri ha alzato il velo su questa realtà che era sotto gli occhi di tutti da tanto tempo, su questo simbolo di degrado e di istituzioni troppo e troppo a lungo assenti. Adesso sarà facile dire che il problema è stato risolto ma di fatto così non è. Ci sono problemi a monte di questa storia di degrado e di povertà, storie che andrebbero affrontate con sinergie a più livelli e con una presenza costante e non sporadica delle istituzioni. Ma andiamo ai fatti.

Ieri mattina i carabinieri si organizzano per il blitz. Raggiungono il campo rom di Giugliano, una grande area nella periferia della periferia. Denunciano dieci persone, genitori di bambini che nonostante l’obbligo previsto dalla legge non hanno mai frequentato la scuola, non si sono mai seduti a un banco, non hanno avuto compagni con cui studiare né una maestra da cui imparare. La loro scuola è stata la strada, quella buia e spoglia della periferia, quella sporca e piena di rifiuti che costeggia le loro baracche. Come si è arrivati a tutto questo? Si parla di inclusione, di diritti, di presenza dello Stato e poi si assiste a realtà del genere. Nessuno si indigna. Eppure, a leggere i numeri dell’operazione di ieri ci sarebbe da porsi tante domande e anche inorridire un po’. Dieci metri cubi di rifiuti sono stati individuati nei pressi del campo: è una mole impressionante di materiali pericolosi per la salute delle persone e dell’ambiente.

La carovana di carri attrezzi che ieri, dopo il blitz, è uscita dal campo rende bene l’idea. I carri attrezzi sono intervenuti per trainare i diciotto veicoli sequestrati nel corso del blitz dei carabinieri della compagnia di Giugliano, che hanno operato insieme a quelli del Reggimento Campania, della stazione forestale di Pozzuoli e ad un velivolo del Nucleo Elicotteristi di Pontecagnano. Il campo rom è stato setacciato palmo a palmo. Si tratta di un insediamento che sorge in zona ASI e  che conta circa 200 baracche, distribuite su una superficie di 50mila metri quadrati. Il fenomeno della dispersione scolastica era assai diffuso nell’insediamento: ai bambini del campo non veniva consentito di frequentare la scuola e per questo dieci genitori sono stati denunciati per inosservanza dell’istruzione elementare. Poi c’erano veicoli non coperti da assicurazione: diciotto auto molte delle quali intestate a persone inesistenti o di provenienza dubbia al punto da dover essere sottoposte ad accertamenti per capire se si tratta di veicoli oggetto di furto. Ma uno dei dati che più colpisce è quello che riguarda le tonnellate di rifiuti ammassati tra le baracche dove vivevano famiglie con bambini.

Nel campo sono state rilevate tonnellate di rifiuti, anche speciali e pericolosi. Erano stoccati sul terreno, tra le abitazioni di fortuna, senza alcun filtro o copertura. Un rischio rilevante per le falde acquifere e l’ambiente circostante e una potenziale miccia d’innesco per roghi tossici. Il totale stimato di immondizie raggiunge un cumulo di circa diecimila metri cubi. Montagne di materiali da smaltire, tra cui solventi, pneumatici, lastre di amianto, elettrodomestici, scarti edili e tanto altro. Saranno campionati e rimossi da personale specializzato. Sequestrati anche centinaia di attrezzi per lo scasso, recuperati e affidati ad una ditta specializzata che provvederà alla loro distruzione. I carabinieri hanno annunciato controlli anche nei prossimi giorni. Di certo, al di là dei numeri e dei blitz questa storia mette in evidenza grandi lacune che ancora ci sono nella gestione dei campi rom, nelle politiche sociali e di inclusione, nella presenza delle istituzioni.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).