Cambio di rotta in politica estera
Crosetto, la Difesa ora è una priorità: dal “tanto ci difendono gli Stati Uniti” a “o vi difendete da soli o nessuno lo farà”
Viviamo in tempi grami pieni di incognite e di sfide alle quali non possiamo sottrarci: compito della politica in questi frangenti è quello di mostrare una visione chiara, attenta, lucida e di lungo periodo. La grande illusione della nostra epoca, o forse sarebbe meglio dire, di quella che ci siamo lasciati alle spalle, è stata quella di pensare che tutto fosse intuibile, codificato all’interno di ragionamenti semplici, statistici, fondati sulla convenienza di natura economica, cancellando – giudicandole come superate – tutte le tipiche dinamiche che hanno governato il mondo e i rapporti tra gli Stati.
Rapporti che sono sempre e comunque rapporti di forza. Ci si è illusi che un mondo interconnesso fosse di per sé un mondo autonomamente fondato sulla “fratellanza”, beninteso non basata sui buoni sentimenti, ma sull’interesse, sul danaro, sul benessere. Una sorta di pausa dalla storia, tutta interna al mondo occidentale, perché il resto del globo terraqueo non ha mai smesso di grondare sangue. La guerra – questa parola impronunciabile – era stata bandita, censurata e annotata a margine come retaggio di un passato crollato con il muro di Berlino. Tutto il resto apparteneva al novero dei cosiddetti “conflitti”, qualcosa di estremamente lontano, come l’eco di un tempo oramai dimenticato.
Poi i cannoni sono tornati a tuonare e l’Europa e anche l’Italia hanno finito per scoprire di essere rimasti prigionieri nulla di più che di una pia illusione. L’illusione però ha lasciato il segno nei lunghi anni in cui le spese per la difesa sono state ridotte al lumicino, considerate irrilevanti, o eccessivamente esose e non prioritarie. Qui non ha neppure giovato la malsana idea che ci fosse qualcuno pronto a combattere per noi, e che poi alla fine navigando nella mediocrità si potessero ridurre tutti i rischi. L’invasione dell’Ucraina, e la neo polarizzazione in corso, hanno imposto il primo cambiamento e riportato al centro le necessità per essere competitivi e soprattutto pronti per gli scenari peggiori. Il governo su questo ha ripreso in mano le redini che in politica estera furono smarrite nel 2011, riposizionandosi in quelle che sono le sfere d’influenza italiane, dove nel frattempo sono comparsi nuovi e agguerriti competitori.
Intervenendo a Roma nei giorni di Atreju, il Ministro Crosetto non ha usato giri di parole nel definire il suo ruolo di ministro della Difesa nell’attuale momento storico. Secondo Crosetto: “per decenni abbiamo fatto due ragionamenti; primo tanto ci difendono gli Stati Uniti; secondo ogni soldo che investiamo per la difesa è buttato via”. Tra due mesi, secondo Crosetto qualcuno ci dirà “o vi difendete da soli o nessuno vi difenderà”. Il tema quindi non è più “se difendersi”, ma “come difendersi” e soprattutto con rapidità. Crosetto è intervenuto anche sul tema del 2% del Pil fissato dalla NATO, annunciando che sicuramente nel prossimo incontro dell’Alleanza sarà portato a come già avanzato da Rutte al 3%. Sul punto Crosetto ha strigliato l’Europa sulla necessità di svincolare le spese della difesa dalle altre. La difesa ha ribadito “è un prerequisito a scuole, sanità e democrazia”. “Il mio dovere”, spiega Crosetto, è capire “cosa serve al mio paese per difendersi”. Per il Ministro se dovesse l’Italia essere attaccata con la stessa intensità del 7 ottobre in Israele dobbiamo essere in grado di difenderci. Quell’attacco è durato tre ore ma anche se durasse, ore e giorni, noi come Italia dobbiamo essere pronti.
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