Una sferzata al governo e una all’opposizione: Vincenzo De Luca, intervenuto alla giornata de Il Riformista in corso a Napoli, non ha risparmiato critiche indirizzate sia all’esecutivo sia ai partiti al di fuori della maggioranza. Il governatore della Regione Campania, interpellato da Augusto Minzolini, ha affermato che non riconoscerebbe al governo guidato da Giorgia Meloni una medaglia al valore. Al tempo stesso ha però citato alcuni ministri che dal suo punto di vista possono vantare qualità oggettive: Giancarlo Giorgetti (ministro dell’Economia) “a suo modo ha una sua competenza e risponde a esigenze del territorio”; il ministro della Difesa Guido Crosetto viene considerato “una persona perbene”; il Guardasigilli Carlo Nordio “era partito con molte buone intenzioni ma non so se le condurrà in porto”. Non mancano comunque sonore bocciature, visto che a suo giudizio “prevalgono i ministri delle cerimonie piuttosto che i ministri della sostanza”. Di conseguenza non passa inosservata “l’arte povera”.

L’opposizione non è stata risparmiata da giudizi severi. Nello specifico il Partito democratico è stato preso di mira da De Luca: dal suo canto l’alleato più efficace del governo “è nel Pd attuale, è un’assicurazione sulla vita politica di Giorgia Meloni”. Un implicito riferimento al segretario Elly Schlein? Il governatore della Campania ha posto l’attenzione sulla necessità di costruire una coalizione “che renda credibile e possibile un’alternativa” rispetto al centrodestra. “Oggi non siamo ancora in questa situazione”, ha annotato con rammarico. Quanto al tema dei diritti, ha imputato al Pd la colpa di aver affrontato il tema “in maniera sgangherata”. Da qui la bacchettata: “Parlare ad esempio di interruzione della vita interroga motivi etici. Occorre avere rispetto, comprendere che ci sono sensibilità diverse e che ci sono valori profondi per alcuni”.

De Luca ha poi scattato una fotografia più ampia sul panorama politico del nostro Paese: “Siamo passati da classi dirigenti strutturate e divise a classi dirigenti da arte povera. Faccio fatica a considerarli di centro, destra sinistra”. Infine si è mostrato pessimista sulle prospettive del Mezzogiorno: “Sono quelle della cancellazione del Sud dall’agenda politica”.