Con qualche eccezione tutti i giornali danno il massimo rilievo alla celebrazione del 25 aprile e noi proviamo ad azzardare un giudizio di sintesi sull’interpretazione della giornata. Sul piano istituzionale ci si muove sul discorso di Mattarella che dice “l’antifascismo unisce tutti” o meglio chiede che si sia tutti uniti, a Giorgia Meloni che dice in maniera asettica che la “fine del fascismo pose le basi per la fine della democrazia.”

La lettura di Mattarella è quella ufficiale della liberazione mentre quella della Meloni è invece di avvicinamento progressivo alla lettura ufficiale ma che non si conclude mai, ogni anno una parolina in più, una definizione ma mai l’approdo alla versione di stato per così dire. Quello che è interessante capire è perché la marcia della Meloni nella direzione di un’interpretazione condivisa di questo appuntamento non ha mai un punto di arrivo. Io non so dirlo ma penso che ci sia una componente ovvero che la Meloni voglia mantenere un suo punto di vista diverso forse per parlare e motivare una parte del suo elettorato. Ieri è uscito un sondaggio che dice che il 62% degli elettori di Fratelli d’Italia si dichiara antifascista. Può darsi quindi che lo faccia per parlare all’elettorato oppure la Meloni tiene viva questa diversità di interpretazione per provocare l’avversario. Fino a quando le sinistre potranno alzare le bandiere della scarsa maturazione democratica della Meloni non saranno mai un’alternativa credibile di Governo.

Sono interpretazioni parziali e forse non tutte fondate ma il punto non è questo. Perché l’interpretazione di Mattarella e quella della Meloni alla fine si tengono insieme con un filo sottile. Quello che insieme non si tiene è quanto succede sotto di loro. Ieri le piazze si sono riempite di tifosi di una partita che è finita 80 anni fa.

Questi tifosi con tutta la loro verità antifascista da fare da collante si sono poi palesati tra loro i faziosi. Così abbiamo visto nelle piazze momenti terribili con i manifestanti contro le brigate ebraiche. Abbiamo sentito molti slogan contro il Governo. E poi abbiamo sentito parlare dal palco di Milano lo scrittore Antonio Scurati, lo scrittore al centro delle polemiche perché oscurato dalla RAI. Scurati ha detto che ‘lo spettro del fascismo’ è sempre tra noi. E allora se è vero che la Meloni non fa mai il passo decisivo è però vero che c’è chi sostiene che lo spettro del fascismo sia ancora tra noi, lo fa per mantenere una sua posizione di consenso. Parlo di tutto quello che si muove intorno a Scurati. Oggi lo scrittore intervistato da Repubblica sostiene che una ‘deriva illiberale è già iniziata’ e lo dimostra il progetto di riforma costituzionale che propone la Meloni. Questo secondo Scurati è qualcosa che accomuna la Meloni al fascismo mussoliniano.

La verità è che c’è una parte dell’Italia che vuole combattere la Meloni demonizzandola sulle riforme costituzionali ad esempio. Il tifo, la faziosità e la malafede non hanno confini e non saranno delle paroline più o meno appropriate della Meloni a mettere fine a tutto questo.

Salvini poi candidata Vannacci alle Europee e poi c’è il Quatar Gate e la politica greca Eva Kaili che ha dichiarato che verrà a vivere in Italia perché lo trova un Paese garantista. Io spero per lei che non debbia pentirsi di questa scelta.  Infine dagli Usa il mostro Weinstein è stato assolto da uno dei processi che l’avevano coinvolto.