“È duro, faticoso, doloroso” dice Antonio Scurati a Napoli, nel corso della Repubblica delle Idee, l’evento di Repubblica. “Sono un privato cittadino che legge e scrive libri e all’improvviso per aver fatto lo scrittore mi ritrovo al centro di una polemica politico-ideologica accanita, spietata e fatta di attacchi personali denigratori che mi dipingono come un profittatore, quasi come un estorsore” dichiara lo scrittore nel suo intervento. Dopo la lettura del suo monologo censurato dalla Rai, il pubblico si è alzato in piedi applaudendo, per una emozionante standing ovation. Scurati ha commentato con un “Viva l’Italia antifascista”.

Antonio Scurati, le dichiarazioni a Napoli: non voglio fare la vittima

Il 54enne è deciso, pur provato dalla vicenda: “Non voglio essere e fare la vittima“. “Dopo che accadono delle cose arriva la paura, esci di casa e guardi a destra e sinistra. La tua vita è già cambiata” aggiunge, spiegando: “Mi sono innervosito dopo che in seguito al post della Meloni sono stato costretto a fare una replica. Ma io non voglio fare la vittima”.

Poi il messaggio netto e preoccupante: “Quando un leader politico di tale carisma, come sicuramente è la presidente del Consiglio Meloni, che ha un seguito molto vasto, nel cui seguito da qualche parte là sotto, vista anche la storia politica da cui proviene, c’è sicuramente qualche individuo non estraneo alla violenza, probabilmente non molto equilibrato, quando il capo punta il dito contro il nemico e i giornali, o meglio i ‘giornasquadristi‘ fiancheggiatori del governo ti mettono sulle prime pagine, con il titolo sotto ‘l’uomo di M.’, ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c’è. Succede, è già successo”.

Antonio Scurati, Meloni antifascista?

Lo scrittore ha poi risposto a domande sui leader politici e sulle loro storie, in particolare su Giorgia Meloni che non si definisce antifascista: “Mi attengo alla superficie visibile delle cose, non c’è bisogno di dietrologie, leggo la storia di queste persone, tendo ad adottare come romanziere una prospettiva storica sugli eventi. Sembra semplicissimo, vediamo da dove viene, dalla militanza giovanile nel Movimento sociale italiano fondato da Almirante e Romualdi, i servi degli aguzzini tedeschi, i massacratori, i fucilatori”.

“Il loro motto è sempre stato non rinnegare, non restaurare. Un motto al quale ancora oggi ci si attiene. Ecco direi che è così” ha aggiunto. “Ho scritto 11-12 libri e non c’è mai un riferimento al fascismo, ho anche altri interessi, sono loro che non vogliono dire quella parolina e che non vogliono fugare le ombre e recidere quel legame. Le ombre camminano con loro”.

“È sbagliato e fuorviante aspettare la camicia nera, pensare che si ripresentano nuovamente. Ci sono altre forme di violenza, non fisica, ma verbale, intimidatoria, nuove forme di aggressione alla democrazia che hanno radici lontane”, avverte Scurati. “Non aspettate il ritorno delle squadracce fasciste, la democrazia corre rischi da parte di leader che hanno un largo seguito popolare e che ritengono superata, inetta, vecchia e corrotta la democrazia liberale così come noi l’abbiamo conosciuta; è un’azione di erosione dall’interno attraverso gli strumenti democratici. Non marciano su Roma, arrivano a Roma vincendo libere e democratiche elezioni”.

Redazione

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