La diretta
Direzione Pd, Schlein apre a Grillo e alle tasse: “Da soli non si vince, servono sinergie. Vergogna Meloni che parla di pizzo di Stato”
Con la direzione nazionale del Pd si è aperta la resa dei conti nel Partito democratico dopo il caso della partecipazione della segretaria Elly Schlein alla manifestazione del Movimento 5 Stelle di sabato scorso a Roma. Manifestazione segnata dalle sconcertanti quanto allarmanti dichiarazioni di Beppe Grillo sulle “brigate di cittadinanza” invitate dallo stesso comico genovese (nonché cofondatore e garante del Movimento 5 Stelle) a girare per le strade con il “passamontagna” dopo il forte ridimensionamento del sussidio deciso dal governo Meloni. Una presenza quella di Schlein che ha scatenato polemiche interne al partito per le parole degli esponenti a 5 Stelle anche contro l’Ucraina, gli Stati Uniti, la Nato, Israele.
È il day after del caso politico scoppiato con la partecipazione della Segretaria Dem al corteo stellato, snodatosi sabato lungo le strade della Capitale. Una partecipazione che ha sollevato un coro di critiche e un primo annuncio di uscita, quantomeno dall’Assemblea Nazionale. Alessio D’Amato, consigliere regionale del Lazio, non ci sta e fa il suo annuncio via Twitter: via dall’Assemblea. Dopo di lui, arriva il messaggio di Maria Concetta Chimisso, vicesegretaria per il Molise: dimissioni irrevocabili a sei giorni dalle elezioni regionali.
I nodi da sciogliere, per i Dem riuniti oggi in Direzione Nazionale, sono molteplici: la posizione sull’Ucraina, l’abbraccio a Giuseppe Conte, la scelta fra la leggendaria vocazione maggioritaria o le alleanze – M5S o polo riformista?
La diretta, Schlein usa sondaggi per mascherare debacle Amministrative
La direzione è iniziata intorno alle 15,30 al Nazareno con la Segretaria che nella sua relazione ha ringraziato in primis Roberto Speranza e Articolo Uno per la decisione di confluire nel partito democratico. “Abbiamo riallacciato il rapporto con tanti mondi attorno a noi. Ora è il momento di mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l’Italia e l’Europa”, dice Schlein che poi si affida ai sondaggi per archiviare la debacle alle recenti amministrative. Schlein rivendica infatti “un’apertura di credito che ci ha consentito di portare il nostro partito, nei sondaggi, dal 15 al 21 per cento. C’è stato un forte psicodramma attorno alla sconfitta alla amministrative. Noi oggi non abbiamo una coalizione e non vinciamo da soli, così come non abbiamo perso da soli: non attiriamoci più demeriti di quelli che abbiamo”, sottolinea la segretaria.
La coalizione che non c’è, l’apertura alle opposizioni e al Movimento di Grillo e Conte
Parole, quelle di Schlein, che aprirebbero dunque a una futura coalizione con il Movimento 5 Stelle. E, infatti, tornando alle possibili alleanze (nessun commento sulle parole di Grillo di sabato scorso), Schlein ricorda che “non possiamo pensare di essere autosufficienti, abbiamo bisogno di costruire delle sinergie con le altre forze civiche e politiche alternative alle destre, ci sono tanti temi sui quali, con le altre opposizioni, possiamo unire le nostre forze, piuttosto che competere sulle nostre differenze che pure sono significative. Tre sono i nostri punti cardini: la giustizia sociale, il lavoro e la conversione ecologico. Lavoriamo al raggiungimento di una posizione comune fra tutte le opposizioni. Continuiamo a insistere con le altre opposizioni sul salario minimo, l’auspicio è arrivare a una posizione comune. Spingiamo per un congedo paritario di tre mesi, anche su quello si può lavorare con le opposizioni”.
Non parla esplicitamente di quali alleanze attuare, si scaglia contro la politica fatta tramite slogan, eppure – nel percorso verso le Europee 2024 – non c’è altro che un altro annuncio a favor dei media: “Organizzeremo una segreteria nazionale a Ventotene, dove sta per aprire un circolo Pd. Ci sembra il modo più giusto per guardare con lo spirito giusto al rinnovo del parlamento europeo”.
Poi aggiunge: “La settimana prossima si vota in Molise, dove siamo alleati con il M5s. Lo eravamo anche prima della manifestazione. Siamo d’accordo su tutto? No. Sull’Ucraina siamo molto distanti. Se mi invitasse Calenda a una manifestazione andrei anche lì, ma non cambierei idea sul Sindaco d’Italia”.
Schlein, in un passaggio successivo, lancia “un’estate militante” perché “ora è il momento di mobilitare tutto il Partito sulla nostra agenda per l’Italia e l’Europa. Ho ricevuto un mandato chiaro, ricostruire una identità chiara del partito, che ci renda riconoscibili. Se si tenta di rappresentare tutto e il contrario di tutto si rischia di non rappresentare nessuno e lasciare spazi agli altri”.
Sulle tasse, e l’idea di una futura patrimoniale, Schlein attacca il governo Meloni: “Vergognoso che Meloni parli di pizzo di stato, è una vergogna per l’ideologia che sottende. Noi continueremo a batterci per la progressività fiscale”. L’agenda Pd, ha detto, “racchiude una visione di Paese, che tiene conto del fatto che siamo all’opposizione senza sconti al governo Meloni”.
“Armi Ucraina? Si ma non dismettiamo prospettiva pace giusta”
“Siamo sempre stati chiari e lineari sul pieno supporto all’Ucraina per la sua autodifesa anche con aiuti militari. Abbiamo tenuto e continueremo a tenere un atteggiamento coerente, ma non dismettiamo la prospettiva di una pace giusta. Facciamo nostre le parole di Mattarella secondo il quale dobbiamo contrastare la Russia ma questo non deve distogliere la ricerca di un approdo di pace. Anche perché una forza di sinistra come la nostra non può dismettere la parola pace”, dice la Segretaria sulla linea del Pd in merito agli aiuti all’Ucraina. Linea che ha provocato divisioni tra i dem al Parlamento europeo.
“Pnrr, dopo 9 mesi Meloni non dice cosa vuole cambiare”
“È come se questo governo vivesse come un peso il Pnrr, quasi 200 miliardi che sono una occasione irripetibile per ammodernare il Paese”, incalza Elly Schlein durante la sua relazione alla Direzione Nazionale del Pd. “Meloni – dice – ha passato tutta la campagna elettorale dicendo che bisognava cambiare il Pnrr, dopo 9 mesi ancora non ha detto cosa vuole cambiare”. La segretaria aggiunge: “Da mesi chiediamo al governo di riferire in Aula quali modifiche intenda fare al Pnrr. Siamo a giugno, sveglia. Noi monitoreremo tutto da vicino”. E afferma: “dagli studentati ai presidi di legalità: il contrasto alle mafie è nel nostro dna”, per cui chiede “a tutte le nostre parlamentari e i nostri parlamentari di promuovere nei nostri territori almeno un appuntamento sul Pnrr, coinvolgendo le altre forze politiche ed economiche”. Un passaggio poi dedicato al tema del welfare: “Corriamo il rischio di avere un paradosso, con la prima donna premier che taglia i nidi dal Pnrr”.
Il dribbling della segretaria e l’accusa senza nomi: “Chi non condivide la linea lo ammetta”
Ma Elly non affronta i nodi interni. La Segretaria vola alto, passa dai temi internazionali all’Emilia Romagna del post-alluvione, per poi passare ai temi legati alla riforma della giustizia e dei diritti civili LGBTIQ+. Ma nulla si evince sulle questioni interne. “Quando sento che non c’è una linea politica sorrido, di contenuti siamo pieni ma siamo bravi a coprirli con le divisioni interne. Se a qualcuno questa linea non piace lo ammetta e non trovi altre scuse. Chi cerca l’incidente ogni giorno mi troverà sempre dall’altra parte” avverte.
“La festa nazionale dell’Unità sia fatta in Romagna a Ravenna“: è il proclama della Segretaria, per l’Emilia Romagna che lotta col post-alluvione. Schlein ringrazia gli operatori di Protezione Civile e sanitari. E poi fa l’annuncio: una festa nei luoghi dell’alluvione. A margine, la richiesta che il Governo nomini al più presto un commissario. Il nome, chiaramente, cui pensa è quello di Stefano Bonaccini.
Per il resto, i leit motiv sono quelli tradizionali dei Dem: ripartire dai territori, spingere sul tesseramento, organizzare la formazione. Tra le righe, Schlein annuncia l’intenzione di aprire una Fondazione dei Dem, così come previsto dallo Statuto.
Un bel temino, nulla da dire, condito dalle numerose citazioni musicali: si va da Daniele Silvestri a Diodato. Ma i nodi irrisolti restano.
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