Non s’era mai visto il leader della sinistra italiana rincorrere così un altro partito, intrupparsi nel corteo di altri sostenendo tesi altrui, rendersi subalterno. La mia solidarietà ai riformisti del Pd, che spero prendano atto di questa deriva”. Il più duro è lui, Enrico Borghi, ex senatore PD da un mese entrato nelle file di Italia Viva.

Ma molte sono le reazioni negative all’annuncio della presenza al corteo di Giuseppe Conte e dei 5 Stelle contro la precarietà di Elly Schlein, annuncio che piomba in un assolato pomeriggio di giugno come uno stop definitivo a quanti speravano in qualche modo che la deriva gruppettara e movimentista del Pd di Elly avesse subito una battuta d’arresto dopo il flop delle elezioni amministrative.

”Ora rimane solo la questione Ucraina: diventeremo pacifisti a breve”, commenta sconsolato un esponente PD che preferisce rimanere anonimo.

“Alla fine Elly Schlein si farà vedere al Pride dell’assistenzialismo di Giuseppe Conte”, aggiunge Nicola Danti, eurodeputato di Italia Viva: “Evidentemente per la segretaria del Pd la promessa di coalizione con il M5S è un debito. Condoglianze al Pd motore del riformismo, la scelta di campo di questi mesi è irreversibile”.

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