“Mi si nota di più se vengo o se non vengo?”, si chiedeva Nanni Moretti in un suo celebre film. “Sono venuto a cena ma non mangerò”, era il grido iniziale del notabile democristiano in “Todo modo”. Esserci o non esserci, questo è il problema. Il Movimento ieri ha posto il veto: Giuseppe Conte non doveva, non poteva partecipare ai funerali di Stato per rendere omaggio alla salma di Silvio Berlusconi.

L’ordine di scuderia è stato tanto perentorio quanto trasversale: esclusa perfino la partecipazione di parlamentari pentastellati alle trasmissioni televisive che avessero inquadrato la cerimonia. La decisione di Conte di non farsi vedere in Duomo, a Milano, per le esequie di Stato, è arrivata dopo due giorni di trambusto. La sua reazione moderata, il messaggio in cui attestava un minimo di rispetto per la circostanza della scomparsa di Berlusconi avevano destato un vespaio di polemiche nel Movimento.

Le chat dei parlamentari grillini, divenute subito incandescenti, hanno fatto capire chiaramente che andava presa una distanza maggiore dal caro estinto. La senatrice Alessandra Maiorino, che era attesa ieri per una intervista televisiva, ha dato forfait poco prima. Avrebbe dovuto commentare le scene del funerale di Stato in diretta. Conte deve aver morso il freno, Rocco Casalino deve aver messo la mordacchia ai gruppi di Camera e Senato.

Le prime esternazioni di Conte sulla morte del Cavaliere avevano innescato una rivolta interna. Trapelava dai toni una stima incrollabile, una sintonia malcelata. Risalente agli albori dell’improvvisata carriera politica dell’avvocato Giuseppe Conte. Da poco premier, Conte era stato inquadrato in un curioso siparietto da un videomaker dell’agenzia Dire: in occasione dei saluti di fine anno al Quirinale, Silvio Berlusconi avanzava verso il salone delle Feste e dietro di lui un impacciato Conte gli andava dietro, chiamandolo a più riprese. Il Cavaliere non voleva saperne di girarsi. “Berlusconi finge di non vedere Conte”, titolò il lancio di agenzia.

Eppure l’Avvocato di Volturara Appula di segnali al Cavaliere ne mandava, e tanti. L’ammirazione era fuori dubbio. La stessa scelta del look di Conte, che non ha mai disdegnato il doppiopetto e la pochette, sembra essere ispirata direttamente da Arcore. Il loro primo incontro ufficiale avviene con l’incarico di governo, con il leader di Forza Italia che vola a Roma per conoscere di persona il premier incaricato. Un colloquio-flirt, a quanto pare: dopo un’ora di incontro, Berlusconi aveva evitato le dichiarazioni ufficiali. “Ha preferito non parlare piuttosto che criticare il premier incaricato e il suo progetto”, aveva confidato un fedelissimo azzurro.

Era il 25 maggio 2018 e a raccontarlo era stato Paolo Emilio Russo, il giornalista poi entrato nella squadra azzurra di Montecitorio: “Mi ha fatto una buona impressione”, confiderà Berlusconi parlando del leader M5S dopo il faccia a faccia. Tra Conte e Berlusconi c’era una simpatia, ma non si poteva dire. Sul tardi, dopo aver riunito lo stato maggiore azzurro a Palazzo Grazioli, una nota era stata ancora più esplicativa: “Voteremo no alla fiducia, ma siamo pronti a dare una mano su provvedimenti che riterremo utili per il Paese e che erano nel programma di centrodestra come la flat tax e la legittima difesa”. La non belligeranza tra Conte e Berlusconi è stata l’autentico patto sotterraneo che ha accompagnato il corso dell’esecutivo gialloverde.

L’allora premier si lascia andare, ospite del salotto benevolo di Ottoemezzo, il 23 novembre 2020, quando dice a Lilli Gruber: “C’è un dialogo da tempo con Forza Italia in Parlamento. Auspico una collaborazione con Forza Italia come l’ho auspicato con tutte le forze opposizione. Io ero, sono e sarò disponibile. Devo riconoscere che Forza Italia si è predisposta per un dialogo costruttivo. Hanno assunto un approccio dialogante e costruttivo. È emerso il loro senso di responsabilità”. Quante lodi. Sarà stato amore vero, ancorché clandestino? È pronto a scommetterlo Gianfranco Rotondi: “Conte starebbe benissimo in Forza Italia. Anche perché i Cinque stelle alla fine si disgregheranno. Alla fine Conte si candiderà con Forza Italia. È più come noi, che come loro. È un democristiano. E ha instaurato un rapporto con il Cav migliore del mio”.

Lo conferma la prima moglie di Conte, Valentina Fico. Che su Facebook dà a Berlusconi un addio sofferto: “Sono sinceramente dispiaciuta e commossa per la sua scomparsa. Nel bene e nel male.. mi mancherai vecchia volpe”. Addirittura i nomignoli. Familiarità e cordoglio. E allora come si spiega questo voltafaccia antipatico, il rifiuto di rendere omaggio all’uomo che aveva fatto breccia nel cuore del leader grillino? L’ex capo del M5S in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, è caustico. “Chi mette la convenienza politica davanti alla morte di un uomo, al dolore della sua famiglia e al rispetto che dovremmo tutti portare in questi momenti, commette solo sciacallaggio morale”.

Cancelleri non è il primo esponente di primo piano del Movimento ad aver scelto Forza Italia: l’ex presidente del consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, aveva lasciato Virginia Raggi e i suoi per abbracciare Berlusconi “che è stato un grande innovatore della scena politica italiana”. Arriva anche qualche contestazione di chi si sarebbe risparmiato la sceneggiata dell’assente ingiustificato, come nel caso del senatore Francesco Castiello.

“Berlusconi appartiene alla storia, nel bene e nel male. Io ci avrei riflettuto di più prima di prendere una decisione così…Io ci sarei andato”, spiega Castiello. Chi in piazza Duomo c’era è l’ex deputato 5S Stefano Buffagni. Un contiano. “Silvio Berlusconi ha caratterizzato per tre decenni la vita politica, economica e sportiva italiana con impatti ineludibili nelle nostre vite. Mettendo da parte le distanze politiche, sono umanamente e sinceramente vicino alla sua famiglia ed a tutti i suoi cari”. Parla ancora Castiello: “Di fronte alla morte uno si toglie il cappello”. E bisognerebbe togliersi anche la maschera.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.