Hanno arrestato l’ex direttrice del carcere di Reggio Calabria Maria Carmela Longo. Che attualmente è direttrice del femminile a Rebibbia. L’accusano del solito reato che non c’è: “concorso esterno in associazione mafiosa“. È un reato che in genere gli inquirenti pescano dal cappello quando sono cocciutamente decisi ad arrestare una persona ma non trovano le prove di nessun reato specifico.

Associazione esterna è un reato, non previsto nel codice penale e quindi in evidente contrasto coi principi fondamentali del diritto, che non richiede prove proprio per la sua genericità. Non sei accusato di esserti associato per commettere un delitto, il reato di associazione non ha bisogno del cosiddetto “reato-fine” (omicidio, furto, truffa…). Basta l’associazione. E questo già semplifica le cose per gli inquirenti. Ma in realtà non sei accusato neanche di esserti associato, perché comunque sei accusato solo di concorso in associazione, non di partecipazione. Cioè, tu non ne facevi parte, di quell’associazione. E poi nemmeno va provato il concorso in associazione, perché il concorso è esterno, quindi tu non eri nel concorso, eri fuori, non c’entravi proprio niente. Però… Però? Però ho deciso di metterti in prigione comunque. Punto.

C’è chi per anni ha cercato nella giurisprudenza di tutti gli altri paesi del mondo un simile abominio giuridico: niente, nessuna traccia. In questo caso le accuse alla dottoressa Longo sono chiarissime, e squisitamente politiche: è accusata di avere gestito il carcere che dirigeva con criteri eccessivamente umanitari e rispettosi della Costituzione e della ricerca della rieducazione del prigioniero. E questo sebbene fosse in presenza di persone condannate per mafia. L’idea è che non solo il mafioso, o il sospetto mafioso, non debba godere di nessun diritto umano o costituzionale, ma che chi invece tende a riconoscergli quei diritti sia un autentico gaglioffo.

Ieri ho letto sul Corriere della Sera online frasi stupefacenti, nell’articolo che riferiva delle accuse dei Pm alla Longo. Pare che addirittura la Longo desse ai detenuti pasti abbondanti e facilitasse alcuni benefici come l’ora d’aria e la circolazione nei corridoi. Non scherzo: c’è scritto così. Scandalo, scandalo, scandalo. Dove è finita la Santa Cajenna?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.