Ci sono piccoli passi che possono innescare delle grandi rivoluzioni. Un emendamento che Italia Viva è riuscita a far approvare ieri in Commissione Bilancio al Senato è uno di questi: è l’inizio di una svolta che consentirà alle persone con disabilità di utilizzare con maggiore facilità i mezzi pubblici. E quindi garantirà quell’autonomia e quella libertà di movimento che, a molti di loro, sono state finora negate.

Una premessa. Se guardiamo allo stato attuale delle opportunità di spostamento offerte in Italia dal trasporto pubblico alle persone con disabilità o capacità ridotte di mobilità, il panorama è sconfortante. Secondo l’Istat, su una popolazione complessiva di 3 milioni e 150mila disabili, appena il 14,4% riesce a spostarsi con dei mezzi pubblici. La ragione di numeri così modesti è evidente: l’accessibilità ai mezzi pubblici è a tal punto inadeguata che quasi 8 persone con disabilità su 10 sono costrette a farne a meno. E quindi ricorrere a mezzi privati, con il peso economico che questo comporta. Oppure – e l’ipotesi è anche peggiore – a non spostarsi proprio. Sempre l’Istat, infatti, il 29% dei disabili, cioè oltre 900 mila persone, vive da solo.

La conseguenza è una forte limitazione delle possibilità sociali e lavorative, che spesso si traduce in una condanna alla solitudine. Si tratta, peraltro, di un problema che alla luce delle attuali tendenze demografiche del nostro Paese finirà per riguardare un numero sempre più alto di cittadini. Perché il futuro, forte incremento della percentuale di persone anziane determinerà il raddoppiamento delle persone che si muovono con difficoltà. Questa è la situazione in Italia. Ed è da qui che nasce la battaglia di civiltà che insieme a Lisa Noja portiamo avanti da anni per la mobilità delle persone disabili.

Un fondo per migliorere le offerte di mobilità

L’approvazione in Commissione del mio emendamento al Dl Anticipi rappresenta una piccola grande vittoria in questa battaglia. Di che cosa si tratta in concreto? In Italia, il sistema del trasporto pubblico viene finanziato attraverso un fondo nazionale. Le risorse contenute nel fondo vengono assegnate alle regioni secondo alcuni criteri. La modifica di Italia Viva fa sì che, ogni anno, dal 2024 in poi, 1,2 milioni vengano ripartiti tra gli enti che riescono a creare condizioni migliori di trasporto per le persone con disabilità o mobilità ridotta. Oppure a quelle realtà che si avvalgano di app capaci di fornire specifiche informazioni per i disabili.

In altri termini, è stato creato un fondo le cui risorse verranno utilizzate in modo esclusivo per aumentare e migliorare l’offerta di mobilità per disabili. Per il momento si tratta di 1,2 milioni di euro, quantità non sufficiente, da rimpinguare con interventi successivi. Ma si tratta di risorse strutturali, su cui potremo contare per sempre. E, soprattutto, il fondo potrà mettere in moto la rivoluzione culturale necessaria per rendere il nostro tpl adeguato ai bisogni dei disabili. Il fatto che anche gli altri gruppi abbiano deciso di seguirci, sottoscrivendo il nostro emendamento, è un ottimo segnale.

Raffaella Paita

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