Il parere
Don Guidetti non andava scomunicato: il nostro compito è salvare l’uomo che sbaglia e non lasciarlo solo
Nel “Si&No” del Riformista spazio alla polemica di don Ramon Guidetti e alla relativa scomunica. “Il papa è un usurpatore: giusta la scomunica di don Guidetti?” la domanda posta. Favorevole suor Anna Monia Alfieri secondo cui è giusta la scomunica “dopo una polemica nata per ottenere un consenso non fondato sull’amore per la verità“. Contrario don Luigi Merola, parroco anticamorra, che replica: “Il nostro compito è salvare l’uomo che sbaglia e non lasciarlo solo“.
Qui il commento di don Luigi Merola:
Fin da quando sono diventato prete nel lontano 1997 ho sempre creduto al dialogo e al rispetto reciproco. Ogni volta che nasce un’incomprensione o peggio ancora un litigio, ancora più grave all’interno della comunità ecclesiastica, mi vengono in mente le parole del mio amico gesuita della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Luigi, il professore di Teologia Morale, Bruno Marra, diceva che solo “con le buone maniere è possibile ottenere il rispetto delle regole”.
Don Ramon Guidetti, sacerdote di 48 anni, parroco a San Ranieri a Guasticce dal 2017, Diocesi di Livorno, è stato prima ammonito dal suo Vescovo diocesano Simone Giusti e poi dal 1 di gennaio 2024 tramite il can. 1364 del Diritto Canonico sospeso a divinis, in effetti scomunicato con tale motivazione: “In seguito ai fatti riportati, don Guidetti è in corso ispo facto nella scomunica latae sententiae. Il suddetto sacerdote è sospeso a divinis ed è rimosso dall’ufficio di parroco”. In effetti con questo provvedimento diocesano, don Guidetti si è messo fuori dalla Chiesa Cattolica come lo si è messo in passato don Minutella, sacerdote palermitano. Non sta a me dire se il Vescovo ha fatto una cosa buona o cattiva, ma come prete ed educatore a Napoli, in uno dei quartieri più difficili, Forcella, ho sempre cercato il dialogo, quel dialogo tanto caro a Papa Francesco in questo momento dove i venti di guerra soffiano dalla Russia a Israele.
Prima di arrivare allo strumento estremo, la legge del Diritto Canonico, noi Chiesa siamo stati chiamati da Gesù alla salvezza e non alla perdizione. Scomunicare un confratello, metterlo fuori, lasciarlo solo significa aver perso il motivo per cui il Signore ci ha chiamati e cioè al servizio di un mondo ferito e malato e che bisogna ogni giorno sottrarlo alla deriva. La nostra missione è la salvezza per tutti, ce lo ricorda Gesù nel Vangelo: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”. Penso che il Vescovo di Livorno abbia tentato ogni dialogo per far riflettere don Guidetti. Non so fino a che punto però lo si voleva salvare: a volte la Chiesa del tempio è lontana dalla Chiesa di strada.
Sono convinto che Papa Francesco è il nostro San Pietro, successore di Gesù e lo vediamo dalla sua rinuncia al lusso e allo sfarzo dei tempi antichi. Un Papa buono e generoso che va ascoltato ogni giorno. Per essere unita la Chiesa e per essere credibile bisogna ripartire dal Vangelo: Vi farò pescatori di uomini. La Chiesa in uscita è l’unica chiesa di Gesù e se vogliamo essere credibili dobbiamo parlare la stessa lingua. Oggi se le famiglie sono separate e nessuno ascolta più nessuno è perché è mancato il dialogo, l’amore per l’ascolto, che a volte è fatto anche di silenzi. Le condanne le lasciamo alle dittature, il nostro compito è salvare e sporcarci le mani per salvare l’uomo!
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