Tra le immagini strazianti di madri che hanno scelto di affidare i propri figli a sconosciuti soldati stranieri, piuttosto che tenerli con sé in una terra ormai conquistata dai talebani, e di tentativi disperati di fuga dall’Afghanistan, ecco irrompere una toccante storia di speranza.

Durante le operazioni di evacuazione da Kabul, una donna afghana ha partorito la sua bambina su un aereo americano poco dopo l’atterraggio presso la base Usa di Ramstein, in Germania. La vicenda è stata raccontata dall’Air Mobility Command statunitense su Twitter.

Il travaglio a 8500 metri d’altezza

La donna è entrata in travaglio a bordo di un aereo da trasporto C-17 durante la seconda tappa del suo viaggio di fuga dai talebani. Il volo era partito da una base in Medio Oriente diretto in Germania: le doglie sono iniziate mentre si trovavano a più di 8.500 metri di altezza. “Il comandante ha deciso di scendere di quota per aumentare la pressione dell’aria nell’aereo, il che ha contribuito a stabilizzare e salvare la vita della madre“, si legge nel tweet dell’autorità statunitense.

La piccola è venuta al mondo circondata da pareti di metallo e dalle tute mimetiche dei militari sabato 21 agosto, con il personale dell’86/mo gruppo medico dell’Air Force statunitense che ha fornito assistenza per il parto. Sia la bambina che la madre stanno bene e si trovano in una struttura medica, ormai al sicuro.

Alla ricerca di un futuro migliore

Sono oltre duemila gli sfollati che da venerdì sera sono giunti alla base americana nel Paese tedesco, trasformata in un punto di transito per tutti coloro che sono stati evacuati da Kabul. Ma migliaia di persone sono ancora bloccati in Afghanistan, in attesa della loro opportunità per un futuro migliore lontano dall’Emirato islamico. All’aeroporto della capitale continua a regnare il caos, mentre si aggiorna il bilancio delle vittime all’esterno e nei dintorni dello scalo afghano: sarebbero almeno 20 dal 15 agosto secondo gli ultimi aggiornamenti.

Roberta Davi

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