L’immagine di lei sfinita, con la testa china sulla tastiera del pc, e con ancora addosso il camice, la mascherina e i guanti, è diventata il simbolo dello sforzo del personale sanitario italiano nella lotta quotidiana contro il coronavirus. Pochi giorni dopo quella foto, Elena Pagliarini, 43 anni, infermiera del pronto soccorso dell’ospedale di Cremona, è risultata positiva al tampone ma oggi è guarita, pronta a ritornare in corsia.

Non vedo l’ora di tornare in mezzo ai miei colleghi e alla mia professione, una professione che adoro – ha detto in un’intervista a Cremonasipuò -.Tutti i giorni si rischia, ma è il mestiere che ho scelto, una scelta di cui sono fermamente convinta”. Ma tornare in ospedale significa anche tornare a vivere la paura di chi combatte per la sopravvivenza. “Mi spaventa psicologicamente l’idea di incontrare gli sguardi che ho visto quella volta. Non li dimenticherò mai, mai. Ho ancora tanta angoscia nel mio cuore”.

Un’angoscia dovuta anche ad alcuni affetti personali persi durante quest’emergenza sanitaria: “Ho perso degli amici e il papà di uno di loro. Quando tutto questo finirà, dovremo guardarci intorno e vedere chi è rimasto. Ho paura che mancherà qualcuno di cui non mi sono accorta”.

Di quella foto che l’ha resa simbolo di tutto un Paese dice di non esserne nemmeno accorta, all’inizio. “Era l’8 marzo, le 6 di mattina, la Festa della donna – ricorda -. Durante la notte era successo di tutto, una notte fatta di corsa tra i letti dei pazienti gravi che con i loro sguardi angosciati chiedevano aiuto e non capivano cosa stesse succedendo. Avevo anche pianto. Non me ne sono accorta ma poco dopo  è stata pubblicata su Facebook e da quel momento è iniziato il tam-tam”.

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