David Sassoli è morto questa notte dopo quindici giorni di ricovero dovuto, dichiara il suo portavoce Roberto Cuillo, al sopraggiungere di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario.

Era nato a Firenze il 30 maggio del 1956, aveva iniziato a lavorare in piccoli giornali prima di arrivare alla redazione romana del «Giorno». Poi l’ingresso in Rai, prima al Tg3 poi a Rai Uno e Rai Due, nel 2007 diventa vicedirettore del Tg1 e responsabile dei programmi di approfondimento TV7 e Speciale TG1.

Dai tempi degli scout è stato sempre coinvolto da un profondo impegno civile, coniugando le grandi passioni della sua vita: il giornalismo e la politica. È stato prima vicepresidente e poi presidente del Parlamento europeo. Tante le manifestazioni di affetto sin dal primo mattino, tra cui quelle delle istituzioni.

Sulla sua pagina Facebook è comparso un lungo post di saluto. Ne riportiamo di seguito il testo. “Si può vivere e morire in tanti modi. David Sassoli ha combattuto e lavorato fino all’ultimo possibile istante, informandosi, partecipando attivamente alla causa del bene comune con curiosità e passione indomabili nonostante lo stato di salute sempre più precario, dopo la temporanea ripresa di qualche tempo fa. Per il Presidente del Parlamento europeo, per il politico Sassoli, per l’uomo David nella sua dimensione privata, alla base di ogni azione, di ogni comportamento, di ogni scelta erano, assai ben saldi, i valori umani di riferimento: lealtà, coerenza, educazione, rispetto”.

“In questo momento così triste per tante e tanti cittadini italiani ed europei resta, intatta, la forza dei suoi insegnamenti e delle sue indicazioni: mai fingere, mai alimentare polemiche, spirali, pregiudizi, pettegolezzi, meschinità. Principi personali così profondi da plasmarne, con tratto inconfondibile, anche la pratica e probabilmente la stessa teoria dell’agire politico. Principi semplici quanto assolutamente inderogabili, da cui non deflettere in alcun caso. Per nessun motivo. Anche quando, recentemente, di fronte ai suoi gravi problemi di salute, si erano diffuse in rete deliranti malevolenze su Covid e affini, persino in quel momento la scelta di non replicare, di non inasprire i toni, gli era sembrata l’unica possibile”.

“Paradigma di stile, riservatezza, sobrietà. E di una merce rara, nella temperie della politica contemporanea: l’autorevolezza. Politica e morale. La fiducia che tante e tanti di voi riponevate in lui, se può esser di conforto, era ben riposta. La stima nei suoi confronti, altrettanto. Con David Sassoli l’Europa e l’Italia perdono un uomo delle istituzioni di primario livello, che credeva nella politica nella sua accezione più nobile, in un’Europa baluardo dei diritti e delle opportunità, nell’impegno a favore delle persone più deboli e indifese, nella lotta contro ogni forma di ingiustizia e prevaricazione, sempre con il sorriso. Ecco proprio vedersi salutare con un sorriso, così come con questa lieta immagine lui saluta noi, è la cosa che forse maggiormente potrebbe fargli piacere. Bello fossero tantissimi sorrisi…Addio, David. Grazie”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.