Economia
Economia circolare, il ruolo centrale dalla concorrenza nel settore dei rifiuti

La concreta implementazione di un modello di economia circolare non può prescindere oggi dal rispetto concreto del principio di concorrenza, leva fondamentale per la transizione ecologica. Tanto più in un settore complesso come quello della gestione dei rifiuti, un mercato aperto e competitivo diventa un fattore cruciale, e non solo da un punto di vista ambientale: la concorrenza è in grado di stimolare dinamiche virtuose, incentivando gli investimenti e favorendo lo sviluppo tecnologico e l’innovazione.
Il ruolo centrale svolto dalla concorrenza nel settore dei rifiuti è stato più volte sottolineato anche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) che, partendo dall’attestazione di come l’attività del riciclo, sia in grado di promuovere una “concorrenza dinamica” (potenzialmente capace di aumentare il PIL dello 0,5% entro il 2030 creando circa 700.000 nuovi posti di lavoro) ha più volte ribadito l’urgenza di interventi volti a tutelare le dinamiche competitive. Malgrado ciò, e malgrado il principio di concorrenza sia espressamente tutelato dalla normativa vigente, nel contesto italiano persistono lacune e criticità.
L’ipotesi che anche fasi del ciclo dei rifiuti al di fuori della privativa comunale che non riguarda le attività di recupero dei rifiuti urbani, vengano affidati con meccanismi lesivi della concorrenza è ad oggi tutt’altro che raro: un fatto che inibisce evidentemente l’accesso al mercato da parte di nuovi soggetti che potrebbero garantire maggiore efficienza ed efficacia, determinando in diversi casi monopoli de facto che limitano la competitività e rallentano significativamente lo sviluppo complessivo del settore. Il concetto di “gestione integrata del servizio” viene quindi usato spesso in modo improprio, includendo attività che dovrebbero stare sul mercato. A questo quadro si aggiungono ulteriori elementi distorsivi, ribaditi anche dall’AGCM nel documento inviato al Governo, a fine dicembre 2024, contenente le proposte per la predisposizione del Disegno di Legge annuale per il mercato e la concorrenza.
Di fatto, l’AGCM ha nuovamente ribadito la necessità di adottare interventi volti all’effettiva rimozione dei fattori ostativi che ancora permangono. Elementi fortemente lesivi delle dinamiche concorrenziali trovano conferma anche nella relazione 2024 della Corte dei Conti. Su questi temi si è espressa anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione. UNIRIMA auspica, pertanto, una presa di posizione immediata da parte delle Istituzioni al fine di dare seguito alle indicazioni dell’AGCM poiché, solo attraverso l’effettiva applicazione dei principi di concorrenza, sarà possibile innescare quella competitività virtuosa oggi più che mai necessaria, capace di generare benefici economici, ambientali e sociali per l’intero Paese.
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