Nel Sì & No del Riformista del fine settimana, spazio al dibattito politico sulle provinciali di Trento, dove l’uscente Maurizio Fugatti va alla ricerca del secondo mandato. Cosa comporterebbe una sua conferma? Matilde Siracusano (Forza Italia) evidenzia il buon operato dell’amministrazione, Donatella Conzatti (Italia Viva) ricorda come il Presidente si sia negato al confronto evitando di spiegare i tanti fallimenti.

Di seguito l’intervento di Matilde Siracusano

Il centrodestra è maggioranza nel Paese, da un anno è saldamente a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e con un esecutivo forte e coeso. Non solo: governa ben 15 Regioni italiane.

È chiaro che negli ultimi anni i cittadini hanno ripetutamente premiato la nostra coalizione, un’area politica nata e cresciuta grazie alle intuizioni del presidente Silvio Berlusconi, e poi rafforzatasi nel tempo con programmi, riforme, valori, e con leader e dirigenti di altissimo livello, che oggi sono protagonisti assoluti del buongoverno capillare di tutta la nazione, da nord a sud, isole comprese. Personale politico preparato, affidabile, deciso e responsabile, ormai maturo e pienamente consapevole di quanto occorra essere sempre solidi e concreti nell’amministrazione di tutti i giorni, che qualifica la vita dei nostri connazionali.

Uno di questi è senza alcun dubbio Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, già parlamentare di grande qualità, che domani correrà per la conferma e per cominciare, ne sono assolutamente certa, un secondo mandato alla guida del suo splendido territorio che ha saputo valorizzare benissimo, preservandolo.

Se fossi un cittadino trentino non avrei alcun dubbio o alcuna titubanza. In questi anni Fugatti ha governato bene, in modo autorevole, sostenuto da una maggioranza solida. E soprattutto ha fatto tanto per i suoi conterranei.
Ha realizzato tanto sul territorio, ha intessuto ottimi rapporti con i governi che si sono susseguiti in questi anni e in modo particolare con i Ministeri, luoghi chiave presso i quali i presidenti devono avere relazioni per ottenere norme, finanziamenti, sostegni.

La Provincia autonoma di Trento negli ultimi anni è cresciuta in modo prorompente, caratterizzandosi come l’economia più vivace del Nordest. L’Italia è andata bene, il Trentino Alto Adige di più. Questo significa maggior vivibilità e coesione sociale.

Certezza, insomma, in un Paese dove spesso dubbio e indecisione la fanno ahimè da padroni. Il turismo è ormai un asset strategico insostituibile, riconosciuto e imitato a livello internazionale, e il territorio è riuscito nell’intelligentissima impresa di destagionalizzare in modo strutturale gli arrivi, in modo da avere turisti non solo in inverno o in estate, ma in tutti i mesi dell’anno, provocando cosi un arricchimento di molti professionisti del settore e non solo.

Anche la sanità è un vero e proprio fiore all’occhiello del Trentino: un sistema di qualità e ben rodato, composto da ospedali e da una rete capillare di assistenza territoriale, che negli ultimi anni ha abbattuto le liste d’attesa, ridimensionato la migrazione sanitaria, fatto investimenti per nuovi operatori – medici e infermieri – e in tecnologie d’avanguardia.

Il positivo lavoro di squadra fatto dal centrodestra è sotto gli occhi di tutti, e Maurizio Fugatti è stato e continuerà ad essere il miglior capitano possibile per la Provincia autonoma di Trento, una realtà bellissima, che tutto il mondo ci invidia, un mix positivo tra efficienza, bellezze paesaggistiche, artigianato, tradizioni, ed evoluzioni sempre nuove.

Ormai mancano poche ore all’apertura delle urne, si voterà, e sarà il popolo a decidere. Il mio endorsement è chiaro e cristallino: vota Fugatti, vota centrodestra. Per continuare a governare bene questa realtà d’eccellenza, per rafforzare l’esecutivo nazionale, per mantenere un proficuo rapporto tra amministrazione locale e nazionale, e per dare nuova linfa ad una storia gia’ di successo, che si merita dunque una piena conferma