Boicottaggi
Emiliano, De Pascale e Lepore e la ridicola pagliacciata propagandistica: se anche i governatori si montano la testa…

L’abusato e improprio titolo di governatore ha montato la testa a qualche presidente di giunta regionale. Ecco, allora, che quelli della Puglia (Michele Emiliano) e dell’Emilia-Romagna (Michele De Pascale), a cui si è aggiunto il sindaco di Bologna Matteo Lepore (“abbondandis in abbondandum”, come diceva Totò nella famosa lettera alla “malafemmina”), hanno deciso solennemente di interrompere ogni rapporto istituzionale con Israele.
Beninteso, mica a capocchia, tanto per sollevare inutili polveroni. Infatti, saranno lecite solo le relazioni “apertamente e dichiaratamente motivate dalla volontà di porre fine al massacro in corso, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato”. Ovviamente, si sono scordati di interrompere ogni rapporto istituzionale con la Russia di Putin.
Ma non è questo il punto. Come è noto, l’Italia non è uno stato federale, e le regioni non hanno voce in capitolo nella politica estera nazionale. Del resto, perfino i sottosegretari degli stati americani sono ufficiali eletti o nominati che svolgono compiti meramente amministrativi, come la gestione delle elezioni e dei registri aziendali. Quella di Emiliano, De Pascale e Lepore, insomma, è solo una ridicola pagliacciata propagandistica, che utilizza maldestramente i segni agogici dell’indignazione morale contro i crimini di guerra del governo di Gerusalemme.
I segni agogici in musica sono simboli che indicano il modo in cui un pezzo deve essere eseguito, con particolare attenzione al tempo e al movimento.
In sostanza, sono istruzioni per il musicista su come variare la velocità e il ritmo durante l’esecuzione, influenzando così non solo lo stile del brano, ma i sentimenti dell’ascoltatore-spettatore. In questo senso, il “crescendo rossiniano” fu ideato dal grande compositore di Pesaro per dare fuoco alle polveri delle emozioni sopite, fino alla finale esplosione emotiva a cui poi segue una divina spossatezza collettiva.
C’è tutto questo nel tempo dell’esplosione di un antisemitismo spacciato per antisionismo. Attendiamo fiduciosi il tempo di una terrena spossatezza collettiva.
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