Viviamo un momento storico caratterizzato da nuove incertezze, da rinnovate sfide. Un conflitto drammatico alle porte dell’Europa, regimi autocratici che mettono nel mirino le nostre democrazie. Un’onda nera sovranista di estrema destra che sta travolgendo le comunità occidentali, dagli Stati Uniti all’Europa, facendo leva su paure e preoccupazioni. È sotto attacco l’equilibrio internazionale costruito dopo la Seconda guerra mondiale.

Sotto attacco è soprattutto l’Europa, non solo la sua funzione ma la sua stessa esistenza. Assistiamo a tentativi d’indebolimento dell’integrazione, costruita con fatica e con coraggio dai padri fondatori. Bisogna reagire, mobilitarsi come fatto in piazza a Roma, ma anche agire nelle sedi istituzionali per rafforzare e completare la costruzione dell’Europa unita, partendo dall’afflato, dallo spirito pionieristico, per dirla con le parole di un grande democratico come David Sassoli, mostrato durante la pandemia. Non abbiamo alternative se vogliamo difendere gli interessi di famiglie, lavoratori, imprese e se vogliamo giocare un ruolo da protagonisti sugli scenari internazionali. Dobbiamo rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, ossia concludere il processo di unificazione economico, finanziario, sociale, sanitario, ma anche ridurre le dipendenze industriali, difendere la competitività e costruire finalmente una politica di sicurezza e difesa comune.

Dobbiamo iniziare ad agire, riprendendo un’espressione di Draghi, come uno Stato solo. È l’unica strada che abbiamo per preservare il benessere, lo sviluppo e il modello sociale di welfare del nostro continente, ma anche la nostra stessa democrazia, libertà e diritti che non possiamo più considerare scontati e garantiti. L’Europa non nasce per fregare, come asserisce Trump, nasce per salvare un intero continente dopo l’orrore della Shoah e delle leggi razziali. L’Europa è presidio di pace, libertà, diritti e democrazia. Guai a riportare indietro le lancette della storia. Guai però a rimanere fermi. Il compito dell’Italia, quale Paese fondatore, sarebbe quello di dare un contributo decisivo per fare ulteriori passi avanti verso gli Stati Uniti d’Europa.

Meloni portavoce di Trump

L’opposto di quello che sta facendo la Premier, ormai portavoce di Trump nell’Unione, peraltro in competizione con il suo Vicepremier che è la quinta colonna di Putin in Europa. Sono inaccettabili le sue fughe, le parole non dette sui dazi, sugli attacchi a Europa e Nato, alla difesa dell’Ucraina. Silenzi figli di un equilibrismo tra Trump e l’UE ormai non più tollerabile, che ha reso del tutto ininfluente l’Italia. Ma troviamo ancor più inaccettabili le parole pronunciate da Giorgia Meloni, come il vergognoso attacco rivolto al manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 durante la dittatura fascista, un documento che esprime una visione federalista, simbolo di libertà e democrazia. Ecco lo spirito che anima l’evento organizzato sabato scorso a Napoli, Mezzogiorno ed Europa. Un confronto aperto su idee, programmi per l’Italia e per l’Europa, con l’obiettivo di dare un contributo alla costruzione dell’alternativa alla destra, partendo da quel Sud così lontano da Bruxelles, che però ha bisogno – come e più del resto del Paese – di un’Europa forte, equa e solidale. Quel Sud che sarà in prima linea, sono convinto, nella sfi da verso gli Stati Uniti d’Europa

Piero De Luca

Autore

Deputato PD