Se i Verdi volevano creare confusione ci sono riusciti, e alla grande. Il partito, che negli anni ha espresso anche alcuni ministri e ottenuto in alcune aree dello Stivale percentuali molto importanti, annaspa tra scissioni e guerre intestine a percentuali da prefisso telefonico. E come se non bastasse, invece di puntare ad un simbolo unico portatore di una storia e con la propria base, per le prossime elezioni regionali è esploso in ben sette simboli differenti.

Basta vedere la comunicazione pubblicata sulla pagina Facebook del partito per… non capirci nulla. Infatti Europa Verde, al netto di Partito Animalista Italiano e dal Movimento Davvero – Sostenibilità & Diritti, sembra letteralmente esploso come una bomba cluster.

In Campania i Verdi si presentano con Demos – Democrazia Solidale con un simbolo che dal verde chiaro va verso il verde scuro ma possono vantare un candidato forte e sicuro del suo seggio come Francesco Emilio Borrelli. In Liguria a questi due si affianca anche il Centro Democratico, mentre nelle Marche, a sostegno del candidato presidente Mangialardi, la lista diventa Rinasci Marche con +Europa, Civici e Verdi. In Valle D’Aosta sono accorpati addirittura ad un Progetto civico progressista contenente Rete Civica e Partito democratico.

Se in Toscana e Veneto riescono a proporre quasi il loro logo eccezion fatta per Progressista civica nella prima e il nome del candidato presidente Lorenzoni nella seconda, il vero capolavoro è in Puglia. Qui la lista Puglia Solidale Verde oltre ad un arcobaleno che ricorda L’Unione di Prodi presenta al suo interno ben quattro simboli che anche con una lente di ingrandimento sono di difficile riconoscibilità: La forza della Puglia, Sinistra italiana, Europa Verde Puglia e Partito Socialista Italiano. Insomma un modo per provare a piazzare più consiglieri possibile ma senza riuscire a far identificare l’elettore in un movimento che possa essere forte come quello tedesco.

https://www.facebook.com/EuropaVerdeIt/posts/962914790889384

Giuseppe Mauro

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Classe '87 appassionato di politica, calcio e cinema. Da 10 anni racconta la città di Napoli su blog e dal 2020 sul Riformista.

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