La Marina Militare italiana fa sapere di una nuova aggressione nelle acque del Mediterraneo a due pescherecci italiani da parte di una motovedetta libica. I colpi esplosi non avrebbero provocato danni alle imbarcazioni né agli equipaggi secondo quanto riporta l’Ansa. L’episodio ha comunque reso necessario l’intervento della fregata Grecale della Marina Militare. L’incubo da scongiurare, in questi casi, resta quello dei 18 pescatori di due imbarcazioni di Mazara sequestrati nel settembre 2020 dai libici e liberati tre mesi dopo solo dopo un viaggio a Bengasi dell’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

I colpi di avvertimento sono stati esplosi nella tarda serata di ieri. I pescherecci erano il “Salvatore Mercurio” e il “Luigi Primo”, entrambi iscritti al compartimento marittimo di Catania. Si trovavano in acque internazionali a nord di Bengasi, nel Canale di Sicilia dove si pratica la pesca di tonni e pesci spada. Le due imbarcazioni sono state avvicinate dalla motovedetta, a detta dei libici perché avevano violato le zone di pesca del paese nordafricano. A quel punto, secondo i racconti dell’equipaggio del Mercurio, i libici hanno esploso una serie di colpi di avvertimento.

Dai pescherecci è partita così la richiesta di intervento ricevuta dalla fregata Grecale della Marina, in questo periodo impegnata in attività operative nell’area centromeridionale del Mediterraneo. Dalla fregata è stata contattata la motovedetta: ai libici è stato comunicato che i pescherecci erano in acque internazionali e quindi fuori dai limiti della Zona di protezione della pesca (Zpp) dichiarata dalla Libia. Gli stessi sono stati invitati a desistere dall’azione in corso.

La motovedetta si era allontanata dall’area quando la fregata è arrivata sul posto. A bordo dei pescherecci sono saliti un team sanitario e uomini della Brigata Marina San Marco per garantire la sicurezza. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini è stato costantemente informato della situazione.

Come accennato precedentemente, il peschereccio Salvatore Mercurio fa parte della marineria di Catania, una delle poche che non sta aderendo all’agitazione dei pescherecci che va avanti da una decina di giorni – il blocco causato dalle proteste contro il caro gasolio che costringe i pescatori a lavorare in perdita: da giorni proprietari di imbarcazioni non escono in mare e in alcuni casi bloccano uscite ed entrate nei porti.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.