Un’altra, l’ennesima tragedia, al largo del Mar Mediterraneo. Oltre 100, forse fino a 130 vittime, naufragate al largo della Libia. Erano partite con un gommone. L’allarme era scattato mercoledì mattina. Sos Mediterranée aveva fatto sapere che nelle precedenti 48 ore il network di Alarm Phone aveva avvisato di tre barche in difficoltà nelle acque internazionale al largo della Libia. Una strage. Durissima l’accusa dell’Ong Sea Watch su Twitter all’Unione Europea e all’agenzia Frontex: “Sapevano della situazione di emergenza, ma hanno negato il soccorso. La nave Ocean Viking è arrivata sul posto solo per trovare dieci cadaveri”.

Il mare mosso. Onde fino a sei metri. A cooperare per il salvataggio tre navi mercantili e la Ocean Viking di Sos Méditerranée. Il primo avvistamento da parte della mercantile MY ROSE: tre cadaveri. Un aereo di Frontex ha individuato in seguito il relitto di un gommone. Nessun sopravvissuto. Sconosciuto il destino di altre 40 persone a bordo di una barca in legno. La terza imbarcazione dell’allarme era un gommone con un centinaio di persone a bordo.

Il primo dei due gommoni si è capovolto. Il secondo è stato riportato ieri in Libia dalla Guardia Costiera: a bordo i cadaveri di una mamma e del suo bimbo. Le tracce del primo si erano perse a nord-est di Tripoli. Le condizioni proibitive del mare hanno reso impossibile il recupero delle salme. “Questa è la realtà nel Mediterraneo centrale: più di 350 persone hanno già perso la vita in questo tratto di mare quest’anno, senza contare le decine di persone che sono morte nel naufragio a cui abbiamo assistito oggi. Gli Stati abbandonano la loro responsabilità di coordinamento delle attività di ricerca e soccorso, lasciando gli attori privati e la società civile a riempire il vuoto mortale che si lasciano dietro. Possiamo vedere il risultato di questa deliberata inazione nel mare intorno alla nostra nave”, si leggeva nel comunicato di Luisa Albera, coordinatrice di Ricerca e Soccorso a bordo della Ocean Viking.

 

Secondo Repubblica le autorità marittime della Libia hanno ignorato una delle richieste di soccorso dalla zona Sar libica a nord est di Tripoli. A raccontare l’ennesima strage nel Mediterraneo un messaggio di Alessandro Porro, soccorritore a bordo della Ocean Viking di Sos Mediterranée, dal giornale di bordo dell’Ong: “Dopo un giorno e una notte siamo arrivati sulla scena di una tragedia e siamo arrivati ovviamente troppo tardi, 100 morti, 120, 130, non lo sapremo mai. Di sicuro era un gommone, grande, completamente distrutto dalle onde.

Nella notte ci sono state onde fino a 6 metri e anche noi sulla Ocean Viking che è una nave grande, che pesa tonnellate e tonnellate, siamo stati male. Immaginate quello che può essere successo sul gommone. Siamo arrivati sulla scena con altre tre imbarcazioni civili, tre navi mercantili, abbiamo cominciato a fare una ricerca auto-coordinata senza alcun supporto da parte delle autorità. E ci siamo trovati a navigare letteralmente in mezzo ai cadaveri. Ci chiediamo se tutto questo potesse essere evitato con un semplice coordinamento da parte degli Stati. L’Ocean Viking ha osservato un minuto di silenzio in memoria di queste vittime, non c’era altro che si potesse fare”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.