La mostra
Favoloso Calvino, il tuffo nella vita intima dello scrittore a cento anni dalla nascita
Nelle sale delle Scuderie del Quirinale a Roma è infatti in corso la mostra “Favoloso Calvino – Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri”.

A cento anni dalla nascita di Italo Calvino è possibile fare un tuffo nella sua vita intima, nel suo immaginario ma soprattutto nell’arte che l’ha ispirato e che a sua volta ha ispirato. Nelle sale delle Scuderie del Quirinale a Roma è infatti in corso la mostra “Favoloso Calvino – Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri”, una finestra affascinante su uno degli scrittori italiani più amati e influenti del Novecento. L’allestimento, curato da uno dei massimi esperti di Calvino, il professor Mario Barenghi, offre un percorso cronologico che passa attraverso gli anni di formazione, le prime prove, fino ad arrivare all’incredibile maturità artistica.
Italo Calvino era figlio del suo tempo, nato a Cuba da genitori scienziati – il padre era un agronomo e la madre una biologa – e cresciuto immerso nelle piante tropicali e nella bellezza della Sanremo degli anni trenta. Nel 1943 evita la leva militare a Salò e abbraccia coraggiosamente la lotta partigiana nella formazione “Garibaldi”. Una scelta che gli cambierà la vita per sempre. Da questa esperienza nasce la sua voglia di diventare uno scrittore, un intellettuale impegnato ma allo stesso tempo capace di narrare storie attraverso l’uso della fiaba, creando spazi di pura evasione.
Un aspetto fondamentale che emerge nella mostra “Favoloso Calvino” è proprio l’oscillazione costante tra la realtà e la fantasia che caratterizzano l’intera attività letteraria di Calvino. Un viaggio avvincente che riflette la sua abilità straordinaria nel tessere trame tanto reali quanto oniriche attraverso l’evocazione di immagini e atmosfere speciali. Commenta il curatore: “Non c’è dubbio che un rapporto privilegiato è quello che Calvino intrattiene con la dimensione visuale. Nota è l’affermazione che s’incontra in una lettera del 1960 al critico e traduttore francese François Wahl: «Quello cui io tendo, l’unica cosa che vorrei poter insegnare, è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro». In questa frase, l’elemento più importante è quello in apparenza più banale, la congiunzione dichiarativa ‘cioè’. Ad essa è deputato il compito di connettere due verbi, il primo indicante un’azione, il secondo uno stato: guardare, cioè essere in mezzo”.
Il percorso inizia con gli anni di formazione di Calvino, delineando l’ambiente culturale e sociale che ha influenzato il giovane scrittore. Attraverso lettere, appunti e testimonianze, ci si può immergere nei primi passi letterari di Calvino, tra i banchi di scuola e le prime pubblicazioni che già lasciavano intravedere il suo talento eccezionale. Man mano che si procede attraverso i corridoi della mostra, il visitatore viene coinvolto nei cambiamenti che Calvino ha affrontato durante la sua carriera: le città e le opere che hanno segnato le diverse fasi della sua vita letteraria sono raccontate con cura, accompagnate da citazioni, documenti originali, foto e manoscritti che gettano luce sulla mente geniale che ha plasmato racconti indimenticabili. Qui si ha l’opportunità di esplorare le molteplici dimensioni di Calvino, da “Il sentiero dei nidi di ragno” a “Le città invisibili”, per poi immergersi nei progetti mai completati che rivelano il fervore creativo in continua evoluzione dell’autore.
In parallelo al focus sullo scrittore ci si imbatte in opere d’arte di grande rilevanza come “San Giorgio che uccide il drago” del Carpaccio, i collage di Giulio Paolini, i ritratti fatti a Calvino da Tullio Pericoli, i grandi quadri di Gnoli fino alle colorate illustrazioni di Emanuele Luzzati.
La mostra si conclude con un’atmosfera di incanto che riflette la vastità e la profondità dell’eredità letteraria di Italo Calvino. “Favoloso Calvino” è un omaggio visivo a un maestro della parola, un viaggio nella mente di un uomo che ha saputo trasformare la realtà in un universo incantato di possibilità letterarie.
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